Parte oggi il blog Utente Sostenitore, dove ospiteremo i post  scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo il nuovo abbonamento Utente SostenitoreTra i post inviati Peter Gomez e la redazione selezioneranno quelli ritenuti più interessanti. E ogni giorno ne pubblicheranno uno. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio.

Se vuoi  partecipare sottoscrivi un abbonamento volontario. Potrai così anche seguire la riunione di redazione in diretta streaming, mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee, scegliere le inchieste che verranno realizzate dai nostri giornalisti e avere accesso all’intero archivio cartaceo de Il Fatto Quotidiano.

———————

L’Italia, come diceva Prezzolini, è il Paese dei furbi e dei fessi. Ma paragonati ad altri paesi siamo più furbi o più fessi?

Alcuni giorni fa mi sono imbattuto in un filmato in cui si sosteneva che i prezzi dei beni nei supermercati tedeschi fossero significativamente più bassi rispetto a quelli in Italia. Non ho avuto modo di verificare se tale affermazione sia corretta, ma posso certamente affermare che, in base al calcolo delle parità dei poteri d’acquisto elaborato dall’Eurostat, nel 2011 il costo della vita in Germania era pressoché identico a quello nel nostro Paese. Se a questo dato si affianca il raffronto fra i livelli di reddito pro capite (adeguati per la parità dei poteri d’acquisto) dei due paesi, si può ben dire che i tedeschi se la passano meglio degli italiani. Infatti, un tedesco percepisce mediamente 500€ più di un italiano ogni mese.

Da cos’altro può dipendere una tale situazione se non dalla maggiore capacità che hanno in Germania di esigere un livello di vita più alto? Dalla capacità, cioè, delle classi sociali più basse di pretendere livelli di retribuzione più vicini a quelli delle classi abbienti? Mi pare abbastanza chiaro che, per chi si trova ai vertici del sistema economico, sia molto più facile lucrare sulla pelle degli italiani che su quella dei tedeschi.
Un altro esempio di ciò può, a mio avviso, individuarsi nelle relazioni industriali. Sempre in Germania, infatti, i lavoratori e le rappresentanze sindacali hanno un potere significativo nella gestione delle aziende. Fenomeno, questo della cogestione, praticamente assente in Italia.

La sensazione, a leggere questi dati, è che siamo un po’ pecoroni. Anche la Apple ci considera in questo modo: dopo un rapido raffronto fra i prezzi dell’Iphone 5 praticati in Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna, è facile constatare come nel nostro Paese questo smartphone sia venduto ad un prezzo superiore di almeno 50€ (si consideri che i livelli dell’Iva sono molto simili in tutti i paesi considerati).

Quand’è che sapremo raggiungere un più alto grado di organizzazione sociale ed un maggiore senso di comunità?

Luca Fiordelmondo

Articolo Precedente

Servizio Pubblico, “L’età dell’innocenza”. Riguarda tutti i video della ventiseiesima puntata

next
Articolo Successivo

Crisi Rcs Mediagroup, un gruppo di dipendenti medita l’esposto in Tribunale

next