La foca monaca è ritornata a vivere nei nostri mari. Più precisamente in Sicilia, nell’area marina protetta delle isole Egadi, da dove era “scappata” intorno a metà degli anni ‘70 a causa dell’inquinamento e della caccia. Ora i ricercatori dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), in collaborazione con il gestore della riserva, hanno scoperto, fotografato e studiato un esemplare di femmina adulta che ha scelto come rifugio una grotta sulla costa delle Egadi, al largo di Trapani.

Negli ultimi due anni, nell’area marina protetta delle isole, è stata condotta un’attività di ricerca con l’obiettivo di verificare, documentare e raccogliere informazioni sugli avvistamenti di esemplari di foca monaca (monachus monachus), una delle specie più protette al mondo. I primi risultati, presentati oggi in una conferenza stampa che si è tenuta presso il Ministero dell’Ambiente, sono estremamente positivi. Le attività di campo, iniziate nell’aprile del 2011, si sono articolate in primo luogo con una ricognizione lungo le coste dell’arcipelago, per identificare le grotte più idonee alla frequentazione da parte della foca monaca. Successivamente, si è proceduti all’installazione di foto trappole in alcune delle grotte marine identificate, permettendo così un monitoraggio continuo e non-invasivo. Le foto trappole sono fotocamere digitali dotate di sensori di movimento (PIR) e di calore che si attivano automaticamente al passaggio di un animale. Non recano alcun disturbo in quanto utilizzano Led all’infrarosso o Led completamente schermati nel momento dello scatto.

La ricognizione delle grotte marine ha permesso di rilevare la presenza di tracce organiche (residui di feci contenenti resti di pesce e tracce di pelo attribuibili ad una foca) che hanno dimostrato la presenza di almeno un esemplare di foca. Il monitoraggio mediante foto trappole ha inoltre permesso di documentare, durante l’autunno-inverno 2011, la ripetuta frequentazione di un esemplare. Dall’analisi delle foto, si è dedotto che si tratta di un esemplare di taglia adulta, probabilmente femmina. Sempre nella stessa grotta, sono state raccolte evidenze di frequentazione durante la primavera 2012, ma il dettaglio delle immagini fotografiche non è sufficientemente chiaro da confermare che si tratti dello stesso esemplare. Secondo i ricercatori, la frequentazione, probabilmente ripetuta nel tempo, di esemplari di foca monaca nell’arcipelago delle Egadi è da attribuirsi ad un cambiamento, rispetto al passato, nell’atteggiamento delle comunità locali verso questa specie. Sarebbe anche grazie a questo atteggiamento di tolleranza che gli esemplari che si sono soffermati lungo le coste dell’arcipelago, hanno continuato ad eleggere queste località come siti costieri dove sostare per brevi o lunghi periodi, rendendo queste aree siti di immenso valore naturalistico. “Sono estremamente soddisfatto per i risultati raggiunti e per la cautela e professionalità dimostrate nel trattare una specie così pericolosamente a rischio estinzione”, ha commentato il Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando.

“Si tratta di uno straordinario risultato per le Egadi – continua – la riserva marina più grande d’Europa e per tutto il sistema delle aree marine italiane tutelate, un sistema che per numero di aree protette e dimensioni di coste e fondali tutelati ci vede leader a livello continentale. Da oggi possiamo dire con più autorevolezza che anche le azioni di conservazione dell’ambiente marino ci vedono in posizioni di vertice. Lavoreremo, quindi, per consolidare la rete delle Amp (Aree marine protette) italiane. Il mio augurio è che questi studi e queste attività di monitoraggio e tutela continuino ad essere condotti con crescente impegno e che si diffondano sempre più i comportamenti rispettosi dell’ambiente marino, della foca monaca e di tutte le altre specie. Solo così si riuscirà a salvaguardare quel patrimonio inestimabile che è la biodiversità dei nostri mari”. Nel frattempo il ministero dell’Ambiente e il sindaco di Favignana, Lucio Antinoro, che è anche il presidente dell’Area marina protetta delle Egadi, hanno deciso di lanciare un concorso per i ragazzi: diamo un nome alla simpatica foca delle Egadi.

di Emanuele Perugini

Articolo Precedente

Angelina Jolie, “no certezze da test genetici su prevedibilità tumore seno”

next
Articolo Successivo

Il caso Di Bella ieri, Stamina oggi: conflitti tra scienza e società

next