“Scusi cos’è un comma?”. A fare questa domanda non è stato un mio alunno ma una collega al corso sulla sicurezza. Mentre l’ingegnere spiegava articoli di legge, l’attenta docente senza remore e imbarazzo, ha cercato di capire ciò che un insegnante dovrebbe sapere a prescindere. Molti commentatori del mio ultimo post hanno preso di mira il fatto che nelle mie classi si parla di Parlamento, di Camera, di Senato, di partiti, del Presidente della Repubblica, delle elezioni, del parlamento europeo, dei politici. Hanno parlato di indottrinamento. Qualcuno mi ha chiesto: “Ma in classe a insegnare quello che dovrebbe insegnare a questi bambini lei non ci sta mai?”. Altri hanno messo in dubbio il fatto che un mio alunno, che in tv si è ‘presentato’ come renziano alla trasmissione Le storie vere, sia stato ‘allevato’ dal maestro.

Ora non ho più dubbi: in questo Paese non si è ben capito a cosa serve la scuola o forse si ha un’idea di scuola sommersa dalla polvere.

Discutiamone: a che serve la scuola oggi? Forse dovremmo ripartire da qui e aprire un dibattito costruttivo, sano, senza accanimenti.

Toglietevi ogni dubbio: io faccio storia e geografia, insegno le regioni e i Babilonesi, l’apparato respiratorio e quello digerente ma quando entro in classe non posso pensare che la scuola sia un ambiente fuori dal mondo, che i miei bambini vivano solo di Barbie e pallone. Perché non è così. La scuola ha il compito di non dimenticare che i bambini sono dei cittadini. E tra i miei doveri di maestro c’è quello di insegnare loro a leggere e scrivere senza fermarmi lì. Insegno loro a leggere la Costituzione, a scrivere al loro sindaco se c’è qualcosa che non va nella loro scuola; la storia è quella dei Babilonesi ma anche quella di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di Peppino Impastato e don Puglisi. Parlare di alimentazione senza parlare di cibo biologico è fare lezione dimenticando di essere cittadini di un secolo nuovo. Questo per me è parlare di Politica.

Questo non si chiama indottrinamento: tra otto anni i miei ragazzi voteranno e devono sapere oggi cosa sono la Camera, il Senato, la Destra, la Sinistra, il Centro, la Costituzione. Ecco perché nei giorni scorsi, al viaggio d’istruzione a Roma realizzato anche grazie ai lettori di questo blog, sono stati al Quirinale e in via Fani ad incontrare Agnese Moro. Ecco perché con i miei ragazzi ogni giorno leggo il quotidiano affrontando anche, senza remore, il tema della politica, cercando di rispondere alle loro domande.

Se oggi abbiamo una generazione che non si interessa di politica, che ha perso fiducia nelle istituzioni forse dovremmo chiederci il perché e andare a rintracciare le cause anche in una scuola che ha avuto e ha insegnanti anacronistici, che non leggono il quotidiano, che si preoccupano del programma senza mettere al centro il bambino e quello che sarà in futuro.

Molti insegnanti non lo fanno, perché non sanno nulla di tutto ciò. Qualche anno fa una collega mi chiese: “Ma il lodo Alfano e’ un monumento alla memoria di uno che è morto?”.

Ora sono io a fare una domanda: vogliamo allevare una generazione di ragazzi che domani come quell’insegnante non saprà nemmeno cos’è un comma o vogliamo una scuola che educhi a comprendere la nostra realtà, a conoscere la Costituzione, a capire come e perché si vota, oltre a leggere e scrivere bene, sapere gli Assiri e l’apparato riproduttore? 

 

 

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