La produzione industriale scende ancora, segnando a marzo un ribasso dello 0,8% su febbraio e del 5,2% su base annua (dato corretto per effetti di calendario). Lo rileva l’Istat, che così registra il diciannovesimo calo consecutivo in termini tendenziali. E se si guarda al dato grezzo la caduta annua diventa ancora più forte (-9,5%).

La contrazione della produzione industriale a marzo non è una novità, ma supera le previsioni, con la maggior parte degli analisti che aveva stimato una flessione meno accentuata. Il dato quindi non conforta, portando il primo trimestre in calo dello 0,4% in termini congiunturali (-4,2% a livello annuo). Un ribasso che di sicuro si farà sentire sulla stima del prodotto interno lordo di gennaio-marzo, che l’Istituto di statistica pubblicherà la prossima settimana (mercoledì 15 maggio).

A marzo la produzione segna una crescita annua solo per il comparto dell’energia (+2,2%). Significative diminuzioni si rilevano, invece, per i raggruppamenti dei beni strumentali (-8,0%), dei beni intermedi (-6,5%) e dei beni di consumo (-4,5%). Nel dettaglio, i settori in crescita sono quelli della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+6,3%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,4%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,8%). Il comparto che, in termini tendenziali, registra in marzo la contrazione più forte è quello dell’attività estrattiva (-16,0%).

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