Matteo Renzi boccia sul nascere l’ipotesi che la presidenza della Convenzione venga affidata al Cavaliere. “Ora non esageriamo, un conto è fare un governo con il Pdl perché non ci sono alternative, altro è dare la Convenzione a Berlusconi”, ha detto il sindaco di Firenze parlando con i suoi parlamentari. “Se serve lo dirò: non è che possiamo arrivare a trasformarlo in un padre costituente“, ha aggiunto secondo quanto riferisce Repubblica, è una clausola che ”non può rientrare negli accordi di governo”.

Intanto l’ex presidente della Camera Luciano Violante, intervistato dal Messaggero, ha avvertito che “le precedenti commissioni non hanno avuto esiti positivi perché danneggiate dalle tensioni politiche quotidiane, perciò è opportuno che la Convenzione sia fuori dal Parlamento e quindi meno esposta alla conflittualità tra i partiti”. L’attacco ai principi costituzionali, ha aggiunto, “non viene dalla Convenzione, ma dalla stagnazione nella quale ci troviamo”. I parlamentari, secondo Violante, “avrebbero una triplice funzione: starebbero nella sede che redige le nuove regole, nelle commissioni affari costituzionali che devono dare il parere sulle singole proposte della Convenzione e nelle assemblee parlamentari che devono votarle”.

Quanto al numero di membri, “dovremmo stare tra i 40 e i 70”. Mentre sulla presidenza della Convenzione, “tutti coloro che hanno ricoperto importanti incarichi istituzionali possono presiedere questo organismo”, osserva Violante, che sul nome di Silvio Berlusconi dice: “Anche il ministro delle riforme è del Pdl. E’ bene che non ci siano esponenti dello stesso partito nel governo e alla guida della Convenzione”.

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