Si sarà anche ridotto lo stipendio del 10% a partire dal 2013, ma per il 2012 non si può lamentare. Pietro Scott Jovane, il manager proveniente dalla Microsoft che sta cercando di traghettare Rcs fuori dalle secche di un disastro annunciato, per i primi sei mesi di incarico all’editrice del Corriere della Sera ha incassato 1,066 milioni di euro. Non male se si pensa che Monica Mondardini, la sua collega alla guida del gruppo Espresso che al contrario della Rcs è in utile, per tutto il 2012 ha ricevuto compensi per 1,559 milioni comprensivi di 526mila euro di bonus.

Ed è qui che Corriere batte Repubblica: lo stipendio Jovane, infatti, comprende anch’esso un bonus, ma di 675mila euro, 300mila dei quali a titolo di ingresso “in funzione della opportunità di riduzione dei tempi di entrata in carica presso la Società”, come spiega la relazione sulla remunerazione della società. Del resto la nomina dell’amministratore delegato era stata frutto di un lungo parto travagliato dalle liti tra i numerosi soci che controllano il Corriere ed era giunta quasi un mese dopo la scadenza del suo predecessore, Antonello Perricone che ha lasciato l’incarico portandosi a casa una buonuscita di 3,36 milioni di euro, già oggetto di contestazioni per lo stato in cui aveva lasciato l’azienda dopo due mandati. 

Senza contare il fatto che tra Perricone e Scott Jovane le redini dell’azienda erano state passate temporaneamente allo storico direttore finanziario del gruppo, Riccardo Stilli, promosso per l’occasione direttore generale e che, in quanto tale, ha percepito 288mila euro oltre agli emolumenti che gli spettavano come dirigente con responsabilità strategiche. Mentre complessivamente il gruppo – che ha chiuso il 2012 con un rosso di 509,3 milioni e si prepara a tagliare costi per 145 milioni con un obiettivo di riduzione dell’organico di 800 persone – per cda, collegio sindacale e prima linea di dirigenti l’anno scorso ha speso 12,325 milioni, inclusi 4,9 milioni di indennità di fine carica o di cessazione del rapporto di lavoro.

Quanto alle difficili sorti dell’azienda, è lo stesso consiglio di amministrazione a riconoscere la “presenza di significative incertezze in relazione alla sottoscrizione e liberazione dell’aumento di capitale dell’importo di almeno 400 milioni; in particolare, si prevede che il contratto di garanzia con le banche del consorzio che avrà ad oggetto le sole azioni ordinarie, possa essere stipulato solo in prossimità dell’avvio dell’offerta in opzione previsto nel mese di giugno 2013″, come si legge nella relazione annuale. “Al riguardo, si fa presente, come sopra indicato, che in base al term sheet sottoscritto con le banche creditrici, l’effettiva sottoscrizione e liberazione dell’aumento di capitale è condizione necessaria per l’erogazione del finanziamento”, ricorda il documento degli amministratori che, pur rilevando la legittimità dei dubbi sulla continuità aziendale, ritiene “ragionevole l’aspettativa che il Gruppo possa disporre di adeguate risorse per continuare l’esistenza operativa in un prevedibile futuro”, alla luce del “quadro di riferimento e delle iniziative in corso”.

Il tutto, però, “nell’assunto che l’Assemblea Straordinaria approvi la proposta di aumento di capitale nei termini previsti”, tema su cui grava l’incognita della fronda degli azionisti dissenzienti capitanati da Diego Della Valle – che contesta, tra il resto, il mancato ricorso a procedure concorsuali nella rinegoziazione del debito del gruppo – e della posizione che prenderanno Giuseppe Rotelli e i suoi familiari. Proprio mentre gli altri soci si stanno riposizionando. Come la Fiat che, in barba ai profitti in drastico calo, oltre alla quarantina di milioni di sua spettanza, è pronta a metterne altri 11 nella ricapitalizzazione di Rcs. Mossa che la porterebbe a tallonare Mediobanca in testa all’azionariato del patto che controlla l’editrice e, in caso di diluizione di Rotelli, del gruppo intero. Alla finestra il presidente della Bpm, Andrea Bonomi, che a fine 2012 (e almeno dal 2011) aveva in mano un pacchetto simbolico di 10mila titoli Rcs.  

Articolo Precedente

Governo Letta, turismo a rischio?

next
Articolo Successivo

Procedura deficit eccessivo, Saccomanni: “Stime Ocse non hanno molta rilevanza”

next