Attacco frontale alla politica economica del governo Letta. La prima vera battaglia del Movimento 5 Stelle tra i banchi dell’opposizione si gioca sul Def, il Documento di Economia e Finanza in discussione nella Commissione speciale di Camera e Senato. L’M5S ha infatti elaborato in una trentina di pagine una analisi durissima delle politiche di austerity volute dall’Europa oltre a un “piano” per l’abolizione di alcune imposte, dall’Imu alla Tares. A cui, in linea generale, si oppone fermamente.

Prima di tutto no alla tassa sui rifiuti, che rischia di essere un doppione dell’Imu. No anche all’aumento dell’Iva di un punto a luglio. M5S è favorevole all’abolizione dell’Imu sulla prima casa e dei bolli sui conti correnti introdotti dal governo Monti. L’unica tassa da “incentivare”, al contrario, è la Tobin Tax, costituita dal prelievo sulle transazioni finanziarie. I 5 Stelle tornano anche sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, 90 miliardi di euro, che ritengono debbano essere a carico della Cassa depositi e prestiti in un primo momento, fino a che lo Stato non salda il conto.

Per quanto riguarda l’Europa, nel documento M5S chiede di superare i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles, inclusa la rinegoziazione del trattato di Maastricht e l’abolizione del fiscal compact. Oltre a rivedere il ruolo della Bce che dovrebbe iniziare a stampare moneta. Inoltre nella bozza, visionata da Huffington Post si legge che “occorre che i Paesi con un bilancio positivo, come la Germania, si facciano carico del fondo di stabilità europeo (Mes) senza ricatti verso gli altri Stati che invece non possono contribuirvi nelle misure richieste e rischiano il default, come l’Italia”.

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