Una canzone che mi è particolarmente cara definisce Roma “città ribelle e mai domata”. In effetti, nonostante la retorica di bassa..lega dei leghisti, protagonisti a loro volta di numerosi episodi di corruzione, Roma, pur essendo un centro di potere, non è certamente riducibile alle squallide caste e cosche che pure vi risiedono ed operano. Si tratta di una città con tradizioni di lotta millenarie, che risalgono alla ben nota secessione dei plebei sul Monte Sacro, o per risalire a tempi più recenti, ad esperienze come gli arditi del popolo, la resistenza antifascista, la guerra partigiana, il luglio sessanta contro Tambroni, il sessantotto e il settantasette, fino alle più recenti mobilitazioni e alle occupazioni delle case e di spazi sociali.

Le prossime elezioni comunali di Roma potrebbero, dopo l’imperdonabile débauche del Pd e i suoi connubii con il peggio del peggio (leggi Berlusconi e c.) costituire un passaggio importante per il rilancio di quella sinistra che, come sostengo da tempo, costituisce l’unica possibilità di salvezza per l’Italia oggi sempre più alla deriva.

Ne parlo con Sandro Medici, presidente del decimo municipio di Roma e candidato a sindaco di una coalizione che raccoglie Repubblica Romana, Sinistra per Roma e Partito Pirata. Preciso che anch’io sono candidato a consigliere comunale nella seconda delle liste ora citate.

Ecco le quattro domande che ho posto a Sandro e le sue risposte.

Qual è il significato della presentazione della tua candidatura nell’attuale contesto romano e nazionale? 

Il senso della candidatura è promuovere uno spazio politico plurale e indipendente, che accolga le tante esperienze sociali e politiche che a Roma intendono emanciparsi dalle relazioni parassitarie finora intercorse con i partiti. E’ un tentativo di autorappresentazione e
autodeterminazione, che oggi sceglie di misurarsi sul terreno elettorale ma che ambisce a diventare punto di riferimento politico e culturale permanente, ambito di ricerche e pratiche che superino la forma partito e inaugurino una nuova modalità partecipata e condivisa.

Quale rapporto pensi di mettere in campo con la coalizione raccolta attorno a Marino?

Noi pensiamo soprattutto a esaltare la nostra indipendenza e il nostro collocarci fuori dal coro, fuori dalle oligarchie e dai rapporti di convenienza con cui il centrosinistra ha scelto di formarsi. E cerchiamo di offrire all’elettorato una scelta nitida e libera, che finalmente si
sottragga alla logica del male minore o del meno peggio. Essendo poi un composto politico plurale decideremo insieme a tutta la coalizione come comportarci al secondo turno elettorale.

Quale rapporto con il Cinque stelle?

La relazione con il movimento cinquestelle soffre dell’indisponibilità di quest’ultimo a stabilire rapporti e confronti con chicchessia. Ed è pertanto difficile (se non impossibile) misurarsi con le loro proposte e con le loro modalità politiche. Confermiamo tuttavia la nostra disponibilità: ma per sviluppare una politica d’incontro bisogna essere in
due.

Tre cose da fare subito.

A). Estensione immediata dei diritti civili con la raccolta dei testamenti biologici e il riconoscimento delle unioni civili (riforme che non costano e che avrebbero effetto immediato). B). Pedonalizzazione totale di via dei Fori e di via dei Cerchi, con il ricongiungimento storico-ambientale della grande area archeologica centrale. C). In ogni
Municipio localizzare e inaugurare una Casa delle donne, come servizio di promozione dei diritti delle donne, oltreché di accoglienza e sostegno sociale.

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