Il governo Letta ottiene la fiducia Camera: 453 sì (da Pd, Pdl, Scelta civica, Centro democratico e Svp), 153 no (M5S e Sel) e 17 astenuti (Lega). Enrico Letta parte quindi con un’ampia maggioranza, dopo un discorso programmatico in cui ha promesso la rinuncia alla rata di giugno dell’Imu e all’aumento dell’Iva, nonché provvedimenti per favorire l’occupazione. Senza però mai toccare la questione su dove troverà i fondi per trasformare in realtà le promesse di oggi. Una questione che, durante le dichiarazioni di voto in Aula, non è stata affrontata nemmeno da nessuno dei deputati che hanno votato la fiducia. Così come nessun riferimento è stato fatto ai passaggi del discorso di Letta che più mettevano in discussione la classe politica: il richiamo alla necessità di cambiamento (“Bisogna recuperare decenza, sobrietà, scrupolo senso dell’onore e di servizio e, una banalità, la gestione del buon padre di famiglia”) e l’abbattimento dei costi della politica, come il taglio degli stipendi dei ministri che sono anche parlamentari e l’abolizione dell’attuale legge sui rimborsi elettorali ai partiti.

Citatissimo dagli esponenti del Pdl è stato invece il passaggio sull’abolizione della rata di giugno dell’Imu, considerata una vittoria di Berlusconi. “Musica per le nostre orecchie”, ha detto il segretario e neo ministro degli Interni Angelino Alfano. “Un segnale immediato per i cittadini”, l’ha definita il capogruppo Renato Brunetta durante la sua dichiarazione di voto. Un discorso in cui ha richiamato più volte la necessità di una “pacificazione nazionale” e in particolare una “pacificazione giudiziaria”. Una pacificazione auspicata che però non gli ha impedito subito di attaccare i giudici e la stampa: “C’è una parte della magistratura politicizzata. E’ una porzione piccola, ma ben strumentata e strategicamente collocata, sostenuta da un forte circuito finanziario ed editoriale. Questa fazione ha alimentato una battaglia atroce e squallida. Una battuta di caccia di frodo giudiziario, dove l’avversario politico è stato inseguito con qualsiasi arma”, ha detto Brunetta, auspicando “intelligenti e rapide riforme” per restituire “lo spirito della Costituzione che vuole equilibrio e collaborazione tra istituzioni, ordini e poteri dello Stato”.

Le parole di Brunetta non hanno suscitato nessuna reazione nel capogruppo del Pd Roberto Speranza, che nell’annunciare in Aula la fiducia al governo Letta, ha citato don Milani: “A che serve avere le mani pulite, se poi si tengono in tasca? Noi le mani non le abbiamo mai tenute e non le terremo mai in tasca perché c’è da salvare il Paese”. Una posizione, quella del Pd, che non farà perdere identità al partito, perché “rimaniamo alternativi al centrodestra”. Seppure nella generale soddisfazione dei democratici per il discorso di Letta, qualche distinguo è arrivato da alcuni esponenti. Pippo Civati, come annunciato, non ha partecipato al voto, Davide Mattiello non ha dato la fiducia e si è dimesso dal gruppo parlamentare, mentre Rosy Bindi ha espresso i suoi “dubbi sull’operazione politica” e si è detta contraria alla sospensione dell’Imu.

Contrario alla fiducia il Movimento 5 Stelle, che con il vice capogruppo Riccardo Nuti ha messo l’accento sulla difficile realizzabilità di molte delle promesse di Letta (“manca solo la pace nel mondo”) e ha parlato della necessità di un no alla fiducia per chi non vuole “chiudere gli occhi davanti a questo inciucio”. “Voteremo favorevolmente quei provvedimenti che riterremo utili – ha aggiunto Nuti -. Per il resto faremo opposizione seria, costruttiva e propositiva”. 

Voto contrario al nuovo esecutivo anche da Sel, che tra i primi provvedimenti proporrà in Parlamento una legge sul conflitto di interessi. Si sono astenuti i deputati della Lega, che hanno rinunciato a votare no anche in seguito alla promessa di Letta di nominare al più presto il commissario unico per Expo: “La nostra non è una fuga dalla realtà – ha detto il capogruppo Giancarlo Giorgetti -. Non remeremo a favore ma nemmeno contro, terremo il timone affinché si proceda nella giusta direzione”. 

CRONACA ORA PER ORA

20.33 – Speranza (Pd): “A che servono mani pulite se in tasca?”
”A che serve avere le mani pulite se le teniamo in tasca?”. Roberto Speranza capogruppo del Pd nella dichiarazione di voto alla Camera annuncia la fiducia al governo di Enrico Letta . “Ci sono passaggi – dice – in cui bisogna avere la forza di mettere l’interesse nazionale. Questo è un passaggio caratterizzato da una crisi economica senza precedenti, a cui si aggiunge una crisi di rappresentanza democratica, anche per una legge elettorale ingiusta, che è la prima cosa che dobbiamo cambiare”. “Il Pd – aggiunge – farà la sua parte con coerenza e, come sempre, agirà nell’interesse del paese”. Ed esprime poi la “gratitudine al leader Pierluigi Bersani”. “Altri potevano stare sulla strada del cambiamento: mi viene in mente quello che diceva don Milani: a che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca?. Noi le mani non le abbiamo mai tenute e non le terremo mai in tasca perché c’è da salvare il Paese”. Quanto alle larghe intese, “non ci rassegniamo a non parlare con tutti e a non far cadere i ‘noi e voi’. In questo abbiamo un faro, il presidente della Repubblica Napolitano, per l’autorevolezza e il prestigio che dà al nostro Paese”. 

20.28 – Speranza: “Voto Pd favorevole, ma rimaniamo alternativi al centrodestra”
“Avanti con una risposta eccezionale in un tempo eccezionale”. Lo ha detto Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera, in un passaggio dell’intervento con cui ha dichiarato il voto favorevole alla fiducia al governo di Enrico Letta. Speranza ha sottolineato che “non cambiamo la nostra identità, noi restiamo alternativi al centrodestra”, saldamente ancorati nelle famiglie del socialismo democratico europeo. Dal capogruppo è giunto un plauso a Letta sul versante della Convenzione, “il luogo delle riforme non più rinviabili”. 

20.19 – Nuti (M5S): “Opposizione seria, costruttiva e propositiva”
”Vogliamo dire a tutti gli italiani che voteremo favorevolmente quei provvedimenti che riterremo utili. Per il resto faremo opposizione seria, costruttiva e propositiva”. Lo afferma Riccardo Nuti, vicepresidente dei deputati del M5S. “Il nostro no alla fiducia non è un no a priori ma un no di chi non vuole accontentarsi del meno peggio” o “chiudere gli occhi davanti a questo inciucio. Il nostro no è un no informato, figlio di troppi scandali”.

20.1o – Brunetta: “Pacificazione giudiziaria”
Durante le dichiarazioni sul voto di fiducia al governo Letta, il capogruppo del Pdl Renato Brunetta ha insistito sulla necessità di “pacificazione nazionale”. In particolare Brunetta ha fatto riferimento alla necessità di “pacificazione giudiziaria”. “C’è una parte della magistratura politicizzata – ha detto-. E’ una porzione piccola, ma ben strumentata e strategicamente collocata, sostenuta da un forte circuito finanziario ed editoriale. Questa fazione ha alimentato una battaglia atroce e squallida. Una battuta di caccia di frodo giudiziario, dove l’avversario politico è stato inseguito con qualsiasi arma. Questa minaccia è ancora attuale. E, con intelligenti e rapide riforme, va  restituito  lo spirito della Costituzione che vuole equilibrio e collaborazione tra istituzioni, ordini e poteri dello Stato”. “A chi ci chiede di arrenderci – ha aggiunto – rispondiamo: ‘non ci arrenderemo mai'”. Secondo Brunetta la parola ‘pacificazione’ “dev’essere nostra, dev’essere la forza di questo governo. E’ il presupposto di una rinnovata coesione nazionale: strumento indispensabile per mobilitare tutte quelle energie che sono fondamentali per il superamento della crisi”. “Grande coalizione – sottolinea ancora Brunetta – vuol dire che sull’orgoglio di partito ha prevalso il principio di realtà insieme all’amore per questo Paese. Quello stesso amore e quello stesso realismo, che ci hanno guidato nella delineazione del programma, ora ci impongono di dire un chiaro e fiducioso sì ad un governo guidato da una personalità dello schieramento avverso”.

20.04 – Migliore: “Sel all’opposizione, subito conflitto d’interessi”
Sel sarà all’opposizione che condurrà in modo leale perché del “Pdl non ci fidiamo”: lo dice il capogruppo del partito alla Camera Gennaro Migliore, annunciando che il primo provvedimento che i deputati del gruppo porteranno in Parlamento sarà “il conflitto di interessi”. Non si tratta, aggiunge, di “una sola persona ma di un coacervo di interessi e vi chiederemo di votarlo”. 

19.50 – Dellai: “Fiducia convinta”
”Si chiude una fase e un’altra non è ancora cominciata”, ma ora è il momento della “fisiologia dialettica”. A sostenerlo, nell’Aula di Montecitorio è il deputato di Scelta Civica Lorenzo Dellai che conferma “una fiducia convinta” al governo Letta perché “il Paese ora va ricostruito”. Il Paese, ribadisce, “è in una situazione drammatica” ed è per questo che la “strada del dialogo è quella giusta”. Il gruppo di Scelta Civica, assicura Dellai, “ha apprezzato la relazione” di Letta “perché seria e di alto profilo”. Ma non si parli mai, è il suo appello, di “inciucio conservatorista”, bensì di un’occasione per i “nuovi riformismi” presenti ora nei vari partiti.

19.34 – Giorgetti: “La Lega si asterrà”
“Abbiamo deciso di astenerci. La nostra non è una fuga dalla realtà. Non remeremo a favore ma nemmeno contro, terremo il timone affinché si proceda nella giusta direzione”. Lo annuncia il capogruppo della Lega, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in Aula alla Camera per le dichiarazioni di voto. “Per noi sarebbe più comodo stare all’opposizione – aggiunge – ma a noi non interessano le poltrone. Approfitto di questa sede per dirlo: non ci interessano le presidenze di Copasir e Vigilanza Rai”. 

19.27 – Meloni: “No alla fiducia, sì al confronto”
”Non faremo scontri”, ma disponibili a valutare “i provvedimenti e se saranno buoni a difenderli”: lo afferma l’esponente di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni, nel corso delle dichiarazioni di voto sulla fiducia in corso alla Camera. Meloni accusa l’Esecutivo di essersi formato solo per garantire “una mera gestione del potere” e di far tornare l’Italia alla “prima Repubblica”. 

19.21 – Tabacci (Centro democratico): “Sì alla fiducia”
Il deputato di Centro Democratico Bruno Tabacci annuncia il voto “molto favorevole” del suo gruppo al governo Letta e si augura che la ‘conversione’ al dialogo espressa ora dal Parlamento “sia davvero sincera”. L’azione del nuovo governo, sottolinea Tabacci, “deve creare condizioni positive per colmare il solco creato dalla politica” in questi 20 anni.  

19.13 – Alfreider: “Svp e Patt voteranno fiducia”
”I deputati della Svp e del Patt voteranno la fiducia al governo che presenta un rinnovamento significativo”. Lo ha dichiarato Daniel Alfreider, presidente della componente delle Minoranze linguistiche alla Camera, intervenendo in aula per dichiarazione di voto sulla fiducia al governo Letta. “La fiducia al suo governo corrisponde all’opinione positiva che lei ha, oggi, come presidente del consiglio, della storia culturale e politica del nostro territorio e dell’autonomia speciale”, ha spiegato il deputato Svp. “Fra le priorità istituzionali e di governo, il rafforzamento delle autonomie speciali è la prospettiva che siamo chiamati a sostenere e che nel suo governo ha un interlocutore consapevole”, ha aggiunto Alfreider.

Articolo Precedente

Governo Letta, le poltrone mancate: la lista dei trombati da Carfagna a Fassina

next
Articolo Successivo

Governo Letta, le promesse del nuovo premier costeranno oltre 20 miliardi

next