La Banca Centrale di Cipro smentisce, ma la notizia diffusa dalla Reuters sta pian piano trovando conferme nei corridoi dei ministero di Nicosia e tra gli addetti ai lavori lontano dall’isola. L’Isola starebbe progettando di vendere le proprie riserve d’oro, stimate nel valore di oltre 400 milioni di euro, per finanziare una parte dei prestiti e salvare l’economia, all’interno del progetto di valutazione delle esigenze di finanziamento istituito dalla Commissione Europea. Il memorandum della troika prevede che, se da un lato Bruxelles si impegna a pompare nell’isola liquidità per 10 miliardi di euro, dall’altro chiede a Nicosia di reperirne per 13. Di qui la decisione dell’haircut sui conti correnti superiori a centomila euro che ha provocato il terremoto continentale, seguito dalla proposta (prima fatta e poi ritrattata) del numero uno dell’Eurogruppo, Jereon Dijsselboem, sul prelievo forzoso nei conti correnti di privati cittadini come modello applicabile anche altrove.

Ma ecco entrare nella partita le riserve auree. Il portavoce della Banca centrale di Cipro, Aliki Stylianou, ha affermato che tale decisione spetterebbe (eventualmente) esclusivamente al Consiglio di Amministrazione della Banca. Una possibilità, ha aggiunto, che non è stata discussa e dibattuta in questo momento, pur sottolineando che non vi sono problema in materia di finanza-credito, nonostante i riverberi delle misure siano già visibili tra i settecentomila residenti. Con immobili di proprietà ipotecati che prendono la via delle banche, con investitori preoccupati per imprese e liquidità andate in fumo. Nella scorsa settimana il prezzo dell’oro ha registrato il calo più sensibile dal mese di novembre. Secondo Bloomberg, lo stato del metallo sarebbe pesantemente influenzato dalle notizie che vogliono Cipro pronta a vendere il suo oro per rastrellare il più possibile denaro contante.

Intanto uno dei primi effetti del memorandum è il crollo delle abitazioni di proprietà, che ben presto potrebbero passare alle banche o agli istituti di credito. Numerose sono le famiglie che hanno ipotecato la casa per ottenere un finanziamento, personale o alla propria impresa, e che oggi rischiano di dover trascorrere la notte all’addiaccio. Secondo i dati forniti dall’Agenzia del credito, la percentuale di rate in ritardo è pari al 16,35%. Inoltre il ritardo di oltre sei mesi sulle rate è dell’11,99%. 

Un’altra stoccata a Bruxelles è stata scoccata dal Capo della Chiesa di Cipro, l’Archipiscopos Makarios III, che intervenendo al IV Meeting economico cipriorusso ha sottolineato che “gli errori interni e le principali decisioni dei nostri partner dell’Unione europea e del Fondo monetario internazionale hanno gravemente ferito il modello economico di Cipro”, evidenziando come la decisione dell’Eurogruppo è stata completamente sbagliata e potrebbe potenzialmente influenzare l’intera struttura della zona euro. Una mossa definita “senza precedenti e ingiusta” ma, aggiunge, “più grande è la difficoltà, maggiore dovrebbe essere la testardaggine e la nostra convinzione nel riavviare il sistema. Nulla è impossibile, tutto può essere invertito e corretto”.

Al momento, di possibile e corretto, c’è solo l’ottavo decreto del governo approvato dal Ministero delle Finanze di Nicosia, che regola i movimenti commerciali, con il limite di 300 euro al giorno per privati cittadini a rappresentare una linea Maginot oggettiva. 

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