Il fatto che i 5 Stelle abbiano scelto Milena Gabanelli, fino a prova contraria una giornalista, come loro prima opzione per il Quirinale è per me fonte di grande piacere e anche occasione per una riflessione. Che più o meno è riassumibile così: evidentemente nemmeno i 5 Stelle, al di là di quello che molti di loro sostengono, pensano che ‘i giornalisti’ siano una pletora di ladri e venduti. O meglio: la loro scelta dice che pensano qualcos’altro.

Che ci sono giornalisti propriamente detti che svolgono al meglio la loro professione, spesso pagando di tasca loro, e altri che invece attaccano semplicemente il carro dove vuole il padrone. Così come ci sono medici che azzeccano le diagnosi e altri che prendono mazzette dalle case farmaceutiche e sbagliano anche a prescrivere l’aspirina.

A parer mio la scelta della Gabanelli è ottima: e se potessi la voterei al volo. Ma a questo punto sarebbe meglio che i grillini ammettessero la contraddizione che c’è fra le loro sparate demagogiche e la sostanza di questa scelta. Che invece è un riconoscimento profondo del valore della professione giornalistica. La mia sensazione è che molti nel movimento di Grillo sanno bene quanto valga il giornalismo d’indagine e quanto sia fondamentale in una democrazia evoluta: ma anche che altri amino lanciare nel vuoto accuse e anatemi generalizzati tanto per apparire diversi. Dagli altri. Peccato che così pongano in essere una manovra molto berlusconiana. Spero se ne rendano conto.

Enigate

di Claudio Gatti 15€ Acquista
Articolo Precedente

Servizio Pubblico, il programma più amato e discusso sui social network

next
Articolo Successivo

Copyright in rete, l’Agcom ci riprova

next