Poco più di un mese e, il 26 e il 27 maggio, Roma tornerà alle urne per decidere chi sarà il loro nuovo sindaco. Ma prima, nel rispetto di quella che, da alcuni anni a questa parte, è diventata ormai una tradizione, gli elettori del centrosinistra saranno chiamati a scegliere il candidato primo cittadino dello schieramento che dovrà poi vedersela con il sindaco uscente Gianni Alemanno (per il Pdl), Umberto Croppi (ex assessore alla Cultura di Alemanno, ora sceso in campo con una sua lista civica di centrodestra), l’ex ministro dei Trasporti nel governo Prodi, Alessandro Bianchi (la sua lista si chiama ProgettoRoma), l’imprenditore Alfio Marchini, anche lui con la sua lista civica (Movimento della cittadinanza romana), il presidente uscente del X municipio, Sandro Medici (appoggiato dalla FdS e dal partito Pirata) e con il candidato del Movimento 5 stelle, Marcello De Vito.

E domani (domenica 7 aprile, dalle 8 alle 20), negli oltre 200 seggi, allestiti nei gazebi e nelle sezioni di partito della capitale – in cui per la prima volta potranno recarsi anche i giovani dai 16 anni in su –, si profila una sfida avvincente. Se non altro per la caratura politica nazionale di alcuni candidati: il chirurgo e senatore Pd, Ignazio Marino, da molti indicato fino a pochi mesi fa come il futuro ministro della Salute, nel governo di Bersani (tutti sappiamo come è andata poi a finire); David Sassoli, ex mezzo busto del Tg1 e ora capogruppo Pd al Parlamento europeo; il renziano Paolo Gentiloni, ex ministro alle Telecomunicazioni nel secondo governo Prodi, che a Roma è già stato assessore al Giubileo con Rutelli sindaco.

Da non sottovalutare però l’approfondita conoscenza del territorio e l’esperienza come amministratori locali degli outsider: l’ex presidente del XII municipio ed ex assessore al Turismo della Provincia di Roma, Patrizia Prestipino (anche lei sostenitrice del sindaco di Firenze); Gemma Azuni, da diversi anni in Campidoglio come consigliere comunale, che alla partecipazione a queste primarie ci ha creduto tantissimo. Fino a “disobbedire” alle indicazioni del leader nazionale del suo partito Nichi Vendola che, dopo aver espressamente appoggiato la candidatura di Marino, ha convinto l’altro candidato Sel, Luigi Nieri, a ritirarsi dalla corsa, e cercato di fare lo stesso con la Azuni. Nei giorni scorsi, a rinunciare – ma per sostenere Sassoli – era stato anche il neo deputato Umberto Marroni. E infine, tra i sei candidati alle primarie “Roma Bene Comune”, ci sarà anche il giovane avvocato esperto di diritti umani, Mattia Di Tommaso (Psi).

Chi di loro risulterà vincitore, ricevendo quindi l’investitura ufficiale di candidato sindaco del centrosinistra, in campagna elettorale dovrà comunque costruire un serio progetto per far fronte – eventualmente – ai numerosi problemi (sinora irrisolti), che stanno affliggendo la capitale. Primo fra tutti quello dei rifiuti: la dead line per la discarica di Malagrotta è stata fissata per giugno. E se non venisse chiusa, l’ Italia rischierebbe una sanzione da parte dell’Ue. Dunque dove portare i rifiuti, se non sarà possibile farlo – come si augurano gli abitanti della zona – neanche a Monti dell’Ortaccio? E ancora tante altri punti, analizzati sommariamente (visto il poco tempo a disposizione) nel confronto, andato in onda ieri sera su Sky Tg24, come: il risanamento delle casse comunali (il debito ammonta a circa 10 miliardi di euro), le potenzialità (non sfruttate) del turismo, le colate di cemento che stanno consumando l’Agro Romano. E tanto altro.

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