Come osservava il Fatto Quotidiano l’altro ieri, a Repubblica apparentemente non c’è nessuno che legga gli articoli sulle possibili dimissioni di Napolitano per vedere se dicono tutti la stessa cosa. Ora, pare che nessuno legga nemmeno i titoli e le infografiche che vanno con un articolo, per controllare che siano coerenti. Per esempio, ieri, c’era un’intera pagina da New York sotto il titolo “Più manager, spariti impiegati e commessi/l’economia riparte senza la classe media” (p. 15).

Poiché da molti anni mi occupo di classi medie, l’attacco dell’articolo mi aveva decisamente preoccupato: “Come i panda, peggio dei panda: i pochi esemplari della classe media che usciranno dalla crisi infinita saranno studiati come specie rare”. Sta a vedere che aveva ragione il vecchio Marx e siamo tutti proletari, con l’eccezione di qualche decina di obesi supermiliardari in cilindro e marsina, quelli che disegnava Scalarini un secolo fa.

Inquieto, vado a verificare i dati sugli impiegati e commessi “spariti” sul sito del Bureau of Labor Statistics e trovo: “Among the 22 major occupational groups, office and administrative support had the largest employment in May 2012, making up more than 16 percent of total U.S. employment”. Ovvero, gli impiegati (office and administrative support) sono il maggior gruppo professionale negli Stati Uniti, oltre 21 milioni: non male per essere “spariti”. Sempre il sito del BLS mi dice che “Sales and related occupations was the second largest major group with nearly 11 percent of U.S. employment”. In altre parole: il secondo gruppo più numeroso sono i dipendenti del commercio (Sales and related occupations), quelli che si sarebbero volatilizzati per la crisi (oggi sono quasi 14 milioni).

Poi vado a guardare l’infografica che correda l’articolo e scopro che chi ha disegnato la pagina ha correttamente messo nell’ordine i gruppi professionali, partendo dall’alto e procedendo verso destra, poi verso il basso: quindi la categoria più numerosa viene correttamente indicata come gli impiegati (21.355.350), seguiti dai dipendenti del commercio (13.835.090) e dalle professioni della sanità (11.565.350). In fondo alla pagina il settore legale (1.023.020) e l’agricoltura (427.670). Peccato che chi ha fatto il titolo non avesse guardato le figurine.

Ma veniamo alla sostanza: la “classe media” è ridotta come i panda oppure no? Dalle cifre sembrerebbe il contrario: calano le professioni mal retribuite come gli operai dell’industria, i minatori, gli agricoltori, gli addetti ai trasporti e i dipendenti del commercio. Stagnano gli addetti alla ristorazione e i camerieri. Crescono, invece, medici e infermieri, addetti al settore finanziario, manager, informatici e poliziotti (che negli Usa sono piuttosto ben pagati). Quindi calano i lavori “proletari” e crescono quelli delle classi medie. Che poi questi ultimi fatichino a mantenere il tenore di vita pre-crisi è senz’altro vero, per una serie di ragioni su cui economisti come Paul Krugman e Joseph Stiglitz scrivono tutti i giorni, ma che la classe media sia ormai visibile solo negli zoo sembra un’affermazione alquanto prematura. Come diceva Mark Twain: “Le notizie della mia morte erano alquanto esagerate”.

 

La Repubblica tradita

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