C’era una volta, anzi c’è, un Paese in cui non esistono persone normali. Ma solo giganti e nani.

Una volta in una graziosa e civile città del nord, chiamata Ferrara, un gigante dal nome altisonante, Potito Salatto, organizzò con un sindacato di Polizia finora sconosciuto, una manifestazione di solidarietà per i poliziotti condannati – in via definitiva, in via definitiva, in via definitiva: per chiarezza – per l’omicidio colposo di Federico Aldrovandi.

Il narratore di questa triste storia non sa se fossero più cupi i venti partecipanti o colui che si era messo a capo di questa “protesta”. Che avveniva – casualmente, chiaro – sotto le finestre del Comune. Proprio dove – casualmente, chiaro – lavora la mamma di Federico.

Una donna cui hanno tolto il bene più prezioso. Il figlio.

Ora: i poliziotti dell’anonimo sindacato (criticato poi da tutti gli altri sindacati di Polizia) avevano una motivazione – sbagliata – per solidarizzare con i colleghi condannati (in via definitiva). Ma Potito Salatto? Eurodeputato del Pdl?

Il Gigante scrive sul suo sito ufficiale: “In molti mi considerano un politico atipico e di questa etichetta, devo ammetterlo, vado parecchio fiero. Sarà perché mi tengo a debita distanza dai palazzi del potere e mi trovo più a mio agio tra la gente comune”.

Ah, ecco. E’ a suo agio tra la gente comune.

Sarà. Al narratore di questa triste storia, e non solo a lui, sembrava solo uno dei tanti personaggi in astinenza da visibilità, che si agganciano a qualsiasi cosa pur di far parlare di sé e non finire nel dimenticatoio. Un Giovanardi qualsiasi, per capirsi.

Ma ecco che nel Paese dei giganti e dei nani, accadde una cosa strana: uscì un piccolo uomo, che sembrava un nano al confronto del gigante ed altisonante Potito Salatto. E il nano sfidò il Gigante.
Era il sindaco della graziosa e civile Ferrara.

Lo invitava a spostarsi. Ma il Gigante non si fece intimorire. Con i suoi venti compagni d’avventura (in venti contro uno: come diceva Manzoni, il coraggio o uno ce l’ha o non ce l’ha…), affrontò il piccolo uomo. Lo insultò, lo maltrattò.

Mentre il piccolo uomo diceva di rappresentare i cittadini di Ferrara, il Potitone Salattone urlava roboante che lui rappresentava tutti i cittadini italiani in Europa. E la peppa!

Durante questo scambio, accadeva però, qualcosa di strano. Il Gigante si faceva sempre più piccolo e il nano sempre più grande.

Perché nel Paese dei giganti e dei nani per un Potito Salatto c’è sempre un Sindaco di Ferrara. Per uno Schettino c’è un De Falco. Per uno che insulta la divisa da poliziotto c’è chi sacrifica la propria vita per due lire, per garantire la nostra sicurezza.

Perché a questo servono i nani: a farci vedere chi siano i veri giganti.

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