“Il cinema non è un pezzo di vita, è un pezzo di torta”. L’ha detto Alfred Hitchcock e i ragazzi dell’associazione Porretta Cinema lo usano come esergo per introdurre la dodicesima edizione del Porretta Cinema, dal 2 al 7 aprile 2013, che avrà come ospite d’onore Giuseppe Tornatore.

Il regista palermitano, anzi di Bagheria, giungerà nella località termale appenninica proprio domenica 7 aprile per chiudere il festival e chiacchierare del suo cinema. Una carriera che lo vede sulla cresta dell’onda oramai internazionale fin dal suo secondo, chiacchierato, tagliato, rimontato, osannato secondo film (Nuovo Cinema Paradiso) e lo porta all’oggi in una preproduzione di uno dei più magniloquenti film di guerra che l’umano occhio, e il cine-occhio, abbiano mai visto: Leningrad.

I 100 milioni di dollari che Avi Lerner della Nu Image si accinge almeno ad anticipare con copiosi prestiti bancari statunitensi è l’ultima tappa di un’idea di cinema che oramai Tornatore interpreta alla perfezione: il kolossal. Per “Peppuccio” non esistono più mezze misure, ma soltanto l’esposizione oblunga in cinemascope. Quando recentemente ha dichiarato a Panorama che Sergio Leone non ha scritto nessuna sceneggiatura di Leningrad, ma solo un “folle” piano sequenza iniziale (“da fare tremare i polsi a qualsiasi regista: dal primo piano sulle mani di Dmitri Shostakovich intento a comporre la Settima sinfonia in pieno assedio, l’inquadratura, senza stacchi, si allarga alla strada, al movimento di volontari che salgono sui bus, raggiungono i soldati russi e le trincee alle porte di Leningrado, e da lì una panoramica aerea sulla steppa infinita arriva a inquadrare mille carri armati tedeschi”), ha fatto comprendere che lui già con Baaria in Tunisia, grazie alla munificenza di Tarak Ben Ammar, certe cose mica gli mettono più paura: “Quello che era un sogno megalomane al tempo di Leone oggi è quasi realizzabile, con le nuove tecnologie mi bastano 30 panzer per mostrarne mille sullo schermo”.

Un po’ come diceva un grande campione di basket serbo a mieter successi sul parquet di Bologna, Tornatore “può”. E, visti gli insuccessi di Gabriele Muccino, le ridondanti titubanze del Gabriele Salvatores oltrecortina, avere Tornatore per un paio d’ore soltanto a bere un caffè all’hotel Helvetia di Porretta e per raccontare un po’ di sé, è un’occasione da non perdere. Anche perché al cinema Kursaal di Porretta si potranno recuperare molte delle tappe di una cavalcata cinematografica dapprima cartolinesca, poi lentamente pensata in grande, infine realizzata decisamente in modo gigantesco.

Se qualcuno dice che il regista siculo si è mangiato l’anima in  mezzo al turbinio degli executives da conquistare e portare sulla retta via, domenica 7 è il momento per alzare la mano e dirglielo. Anche se il menù di Porretta Cinema abbonda con un’altra pietanza, novità 2013. Il Concorso Fuori dal Giro: quattro pellicole di importanti registi italiani (Salvatore Mereu con Mariposas, i gemelli De Serio con Sette opere di misericordia, Marco Righi con I giorni della vendemmia e Claudio Giovannesi con Alì ha gli occhi azzurri) che sono ancora sulla soglia del minimal alla Stanno tutti bene (venerdì 5 alle 22) o Una pura formalità (mercoledì 3 alle 22), ma che se gli si dà l’ok magari si mettono pure loro a dirigere Baaria (sabato 6 aprile, ore 22).

Per tutte le info: http://www.porrettacinema.com/

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