Bankitalia rifà i conti. La pubblica amministrazione, secondo le ultime stime di via Nazionale, ha accumulato debiti alle imprese per 90 miliardi di euro a fine 2011, venti in più rispetto ai 70 miliardi previsti inizialmente. Il totale  ammonta quindi al 5,8 per cento del Pil, quasi un punto percentuale in più rispetto al 5 per cento stimato in un primo momento. “Oltre il 10 per cento dei debiti della pubblica amministrazione è stato ceduto ad intermediari finanziari e pertanto è già incluso nel debito pubblico” – ha spiegato Daniele Franco, direttore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali dell’istituto – precisando che circa metà dei debiti sarebbe attribuibile a Regioni e Asl.

I 40 miliardi ipotizzati dal governo per pagare i debiti dello Stato, secondo Franco, “non bastano per chiudere l’intero processo, perché sono più o meno i due terzi di quanto va fatto”. E le procedure per i rimborsi “dovrebbero essere rese sostanzialmente automatiche e indipendenti dalle capacità amministrative e dalla discrezionalità dei singoli enti”. Il direttore per la ricerca economica ha lanciato poi un allarme sul quadro macroeconomico dell’Italia, che “potrebbe risultare peggiore di quello previsto nella relazione del governo”, nel caso in cui “si riacutizzassero le tensioni sui mercati finanziari internazionali o se la ripresa dell’economia globale tardasse a manifestarsi”.

Bankitalia è quindi poco fiduciosa nelle stime del governo sul Pil nel 2014 (+1,3 per cento), che “risultano più ottimistiche per oltre mezzo punto percentuale”. Mentre le previsioni per il 2013 (-1,3 per cento) “sono sostanzialmente in linea con quelle della Commissione Ue e degli analisti privati”. Sul 2014 potrebbero pesare “tensioni sui mercati internazionali”, ha spiegato l’istituto. Questa differenza, spiega la Banca d’Italia, “potrebbe essere riconducibile agli effetti sulla domanda privata del pagamento di 40 miliardi di debiti accumulati dalle amministrazioni pubbliche”.

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