Aveva tentato la fuga all’estero, in Spagna, ma per lui non c’è stato nulla da fare. L’assassino di Giovanni Veronesi, l’orefice rapinato e ucciso giovedì scorso in via dell’Orso a Milano, nel quartiere di Brera, è stato catturato nella notte dai carabinieri. Dopo il colpo, era scappato in Francia e aveva fatto perdere le proprie tracce. Gli investigatori hanno seguito una pista che li ha portati in Spagna già domenica scorsa, grazie anche al fatto che l’uomo aveva con sé un cellulare, sottratto al gioielliere nel corso della rapina. A lui i carabinieri, coordinati dalla procura della Repubblica di Milano ed in particolare dai pm Giancarla Serafini e Alberto Nobili, sono arrivati velocemente, grazie anche ad alcuni fotogrammi di immagini riprese dalle telecamere, che hanno consentito di individuarlo. L’assassino in giornata dovrebbe essere sentito ai fini dell’estradizione.

Nel suo passato non sembrano esserci ombre. E’ un impiantista, incensurato, e conosceva la vittima per motivi di lavoro. Non si trattava, dunque, di un amico né un parente dell’orefice, come si era sospettato nei giorni scorsi. A spingerlo a compiere la rapina sarebbero state le difficoltà economiche: aveva perso il lavoro, era senza soldi e rischiava di trovarsi in strada. Insomma, non sarebbe stato in grado di far fronte alle necessità sue e della sua famiglia, compresa una figlia piccola. L’uomo lavorava, come impiegato, nell’azienda che gestiva l’impianto d’allarme della gioielleria ed era stato licenziato alcuni mesi fa. Ha scelto di colpire la gioielleria di via dell’Orso perché sperava di sopraffare facilmente un uomo anziano e di portare via gioielli importanti. Gioielli ritrovati in gran parte dai carabinieri, tranne quelli che il rapinatore aveva già piazzato sul mercato nero.

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