E’ guerra aperta in casa Fondiaria Sai. Gli azionisti di risparmio A della compagnia riuniti in assemblea hanno bocciato con maggioranza bulgara le delibere sociali del giugno scorso che avevano dato, tra il resto, il via libera alla ricapitalizzazione da 1,1 miliardi necessaria per l’integrazione del gruppo già dei Ligresti con la Unipol delle Coop. E hanno dato mandato al rappresentante Dario Trevisan di portare avanti ogni tipo di azione legale per difendere i loro diritti che ritengo lesi.

L’unica alternativa per bloccare il contenzioso per Unipol è quella di trovare un accordo per la conversione dei titoli in risparmio di categoria B nel rapporto di 1 a 177, previo il pagamento di 13 euro per azione, per un costo totale di 16-17 milioni di euro. Oltre all’effetto diluitivo per gli azionisti ordinari e di risparmio B, in maggioranza riconducibili a Unipol. Il sostegno a Trevisan che nei mesi scorsi aveva sollevato la questione, è arrivato praticamente dal 38% del capitale che era presente in assemblea: “Un quorum elevato che ha un significato importante”, ha sottolineato l’avvocato.

“Spero di non andare in tribunale e che prevalga il buon senso. L’azione legale è qualcosa a cui siamo costretti, non l’obiettivo primario”, ha poi spiegato Trevisan. Dal canto suo FonSai per ora non raccoglie la richiesta e  ritiene ”destituito di fondamento” il pregiudizio lamentato dagli azionisti . Tuttavia nella relazione all’assemblea uno spiraglio alla mediazione compare laddove il cda espressione di Unipol si riserva di valutare “la fattibilità” e “la congruità dei profili economici di una eventuale conversione”. Un primo scambio di vedute tra le parti c’è stato già a fine assemblea quando Trevisan ha discusso per alcuni minuti con Roberto Giay, responsabile legale di Unipol e Fonsai. In Borsa l’ipotesi di conversione ha spinto le risparmio A, salite del 4,34%, a fronte del calo delle risparmio B (-1,01%) e delle ordinarie (-0,98%).

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