Un viaggio e un senso che vale la pena raccontare e seguire. Ecco come lo racconta Alberto Zappa, uno degli organizzatori:

Da sempre andare in Vespa per noi non è un semplice spostarsi.  Ma l’occasione di incontri, conoscenza, sorprese e avventure. La Vespa non è un mezzo di trasporto. Chi ci viaggia e ci ha viaggiato come noi lo sa. Tu sei portato dalla tua Vespa. Non accade mai il contrario.

Senza voler mitizzare nulla è evidente che la propensione del viaggio sospeso su due ruotine instabili ha indotto milioni di persone ad andare oltre e a cercare l’incontro e la conoscenza di spazi e di genti. E’ il fascino accessibile della normalità nella sua fragilità che appartiene a tutti e che diventa trasformazione attiva nell’incontro e nella solidarietà.

Ecco dentro questo percorrere le strade e la nostra vita abbiamo pensato e progettato MI│PA UniAmiamo l’Italia in Vespa e libertàUn viaggio con cui collegheremo l’Albero di Falcone di Milano e quello di Palermo tra il 24 aprile e il 1 maggio 2013 contro le mafie, per la democrazia e la libertà aprendo anche a riflessioni sulla memoria, sul passaggio tra generazioni di noi che sono passati 20 anni da quando ne avevamo 20 e come siamo cambiati e cosa  è successo….

Una riflessione generazionale  di quattro quarantenni per andare oltre allo specifico delle proprie storie individuali doveva necessariamente essere ancorato alla storia comune che appartiene a ciascuno cittadino perché collegata ai valori fondanti della nostra comunità nazionale.  Partire in prossimità della Festa della Liberazione e arrivare in occasione della Festa dei  Lavoratori ha per noi un significato centrale nella ricerca di senso di questo percorso che vuole raccontare e ricercare spazi concreti e determinati di attualizzazione della memoria, dell’impegno civico, nel segno della speranza  e per la democrazia.

Sta qui il senso di  viaggiare con il Tricolore ricevuto dalla Presidenza della Repubblica ricercando vie e sentieri stretti e tortuosi del nostro paese da cui emergeranno incontri e spazi difficilmente agibili nei percorsi lineari delle autostrade. Che tagliano storie da ascoltare e racconti da trasferire.

Il viaggio che si realizza nell’andare non da un luogo ad un altro. Ma nell’attraverso che ti lascia diverso e migliore perché più ricco e consapevole di quando sei partito. 

Legare questo viaggio alle ricorrenza delle stragi del ’92-’93 e all’obnubilamento morale e sociale che le produsse ci ha portato ad occuparci ed approfondire molto della storia più o meno recente, a cui siamo legati e da cui siamo condizionati ma su cui la nostra riflessione non era stata agita con la giusta profondità.

Ecco che da qui sono nati incontri e confronti con associazioni e personalità della società civile ed istituzionale che vogliamo riportare e rendere attivi sul territorio in cui viviamo. Il viaggio sarà seguito da 2 filmmaker  professionisti tanto da poterne poi ricavare un docu-film. 

Questo viaggio con cui collegheremo l’albero di Falcone di Milano con quello di Palermo significa incontrare:

  • la ricostruzione attiva e partecipata dei giovani del Campo Angelina di Modena, la centralità delle periferie umane e strutturali delle Piagge e il lavoro a rete e partecipato di Don Alessandro Santoro, il presente attivo dell’utopia di Barbiana,  l’ossimoro “ambientale”,  tra tutela e salvaguardia del territorio e cementificazione criminale lungo la Statale 18  scoprendo la resistenza della cooperativa Val di Marro a Polistena, il canto solitario di eroi caduti, e tutte le belle persone ed associazioni ed istituzioni che ci stanno dimostrando interesse e sostegno.

 E’ evidente che il tema della legalità, della lotta alla criminalità verrà esplorato  e documentato sotto varie forme e manifestazioni.

Tra i nostri “compagni “ di viaggio oltre al Coordinamento Comasco per la Pace e il Coordinamento di Libera a Como c’è il gruppo 7grani che ha scritto appositamente per il nostro progetto “Caminante”. 

Tutti gli approfondimenti, le news, i contenuti sono disponibili sul sito del progetto www.mi-pa.it

I momenti di più intensa felicità li ho passati sul lungotevere, in Vespa. Cantavo e non sapevo perché, non sapevo nemmeno le parole, ma mi piaceva da morire l’aria che gonfiava la camicia, il sole o la pioggia in faccia, il senso di leggerezza assoluta. Non avevo niente, non avevo conquistato niente, eppure ero felice: anzi, sono felice ogni volta che corro e mi sento “docile fibra dell’universo.  (Marco Lodoli)

 

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