La crisi di Mediaset? “Colpa della situazione economica, della crisi devastante”. A sostenerlo è il vice presidente Pier Silvio Berlusconi che, dalle colonne de La Stampa, promette: il 2013 sarà “l’anno zero della nuova Mediaset”. “Noi viviamo di pubblicità – spiega Berlusconi – e il mercato in Italia è passato da 9 miliardi a 7 miliardi in soli due anni”. Di fronte al forte calo “siamo intervenuti per tempo con un piano di trasformazione strutturale” e dopo “tante iniziative di sviluppo” la società ha potuto “razionalizzare”.

In tre anni Mediaset costerà 450 milioni in meno all’anno rispetto al 2011. “Abbiamo agito su tutto”, compresi gli stipendi dei top manager, che sono stati ridotti, bloccando l’erogazione della parte variabile, che vale circa il 30%. “Vale anche per me”, dice Berlusconi. Però, sottolinea il vice presidente, non c’è stato alcun licenziamento: “Abbiamo fatto di tutto per non toccare l’occupazione. Parliamo al massimo di prepensionamenti e collaborazioni”. E i piani dell’azienda “non prevedono esuberi di personale”.

Una ristrutturazione che, spera Berlusconi, possa essere accolta favorevolmente dagli istituti di credito. “Mi auguro che le banche d’affari stiano capendo quanto abbiamo fatto e che, nell’istante in cui la crisi si fermerà, Mediaset sarà già pronta a generare risultati con ancora più slancio”. Il vice presidente non esclude neanche il possibile ingresso di nuovi soci, sottolineando però che l’instabilità politica del Paese non incoraggia gli investitori: “Siamo stati cercati da più gruppi stranieri interessati a una quota di Premium, ma onestamente con l’instabilità politica di oggi chi entrerebbe in Italia?”. L’attuale situazione rappresenta “il fattore peggiore” per l’economica del Paese, spiega Berlusconi: “Trovo assurdo che in un momento così drammatico la politica non sia capace di dare stabilità”.

Quanto alle possibili ripercussioni sull’azienda creata da Silvio Berlusconi, in caso di un governo a guida Pdl, il vice presidente dice: “Oggi l’astio degli avversari nei confronti di mio padre fa impressione e la paura che questa ostilità possa estendersi a Mediaset può venire. Ma alla fine non credo che sia interesse di nessuno distruggere Mediaset indebolendo ulteriormente il sistema industriale ed editoriale italiano”.

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