“Lo sciopero di due giorni dei giornalisti del Corriere della Sera è un atto di protesta inevitabile che segna la gravità di una crisi dell’azienda editrice che ha radici lontane e cause ben evidenziate dal Comitato di redazione nella denuncia di gestioni sbagliate, ma che proprio per questo non può essere risolta con il taglio di quasi un terzo dei posti di lavoro”. Lo afferma in una nota la Giunta esecutiva dell’Fnsi, il sindacato dei giornalisti, che “è solidale e sostiene la protesta e l’azione dei colleghi del Corriere della Sera, come di tutti i colleghi di Rcs Mediagroup verso i quali è esteso un preannunciato piano di tagli, e dismissioni o chiusure di testate nell’area dei periodici con il coinvolgimento di oltre cento giornalisti su 250″.

Non solo. “La comunicazione irrituale di una riduzione dell’organico di ben 110 giornalisti su un totale di 355 del Corriere della Sera è un fatto tutt’altro che irrilevante e sembra frutto di un meccanismo perverso – continua il comunicato – nel quale banche chiamate a sostenere la tenuta dell’azienda e i suoi progetti e soci chiamati a ricapitalizzare stanno dispiegando energie che meriterebbero ben altre assunzioni di responsabilità, soprattutto quando si chiedono sacrifici ai lavoratori e ai giornalisti, i quali non sono fungibili con nessuna tecnologia. Sono invece le mani intelligenti indispensabili per assicurare autorevolezza, identità e valore al Corriere come a qualsiasi giornale”.

La Giunta esecutiva è “consapevole della crisi del settore industriale dei media, che richiede di essere affrontato in una prospettiva di visione della democrazia e dello sviluppo del Paese, dal quale non può mancare una politica indirizzata verso una prospettiva di ripresa e di welfare attivo per un lavoro professionale qualificato. Ma la vicenda del Corriere della Sera e di tutta Rcs, per la parte che attiene alle responsabilità aziendali e alle relazioni sindacali, deve essere a sua volta trattata con la massima cura del bene rappresentato dal Corriere e dalle testate della Rcs Mediagroup, che ne fanno un gruppo primario dell’editoria italiana”.

L’attesa ora è per il consiglio di amministrazione della società del 22 marzo dove, però, non saranno prese tutte le scelte attese per rilancio, fabbisogno del piano e bilancio. Sul tema si è soffermato oggi il presidente della Fiat, John Elkann, terzo azionista della società. Escludendo uno scioglimento del patto di sindacato che ha in mano il controllo del gruppo, chiesto martedì da Diego Della Valle che sostiene l’ingresso di nuovi soci e capitali freschi, Elkann sostiene che senza un piano i soci non possono valutare l’aumento di capitale indispensabile per la sopravvivenza della società, anche se il calcoli degli analisti da mesi stimano un fabbisogno compreso tra i 400 e gli 800 milioni di euro. Somme che però gli azionisti faticano a mettere insieme, motivo per cui continuano a prendere tempo.

“Il cda Rcs del 27 marzo esaminerà e approverà il piano in tutta la parte che riguarda gli aspetti finanziari – ha spiegato Elkann – e questo darà la possibilità a tutti gli azionisti di esprimersi sulla loro adesione all’aumento di capitale. Oggi non abbiamo gli elementi per poter decidere”. “Io parlo di cose serie”, si è limitato poi a rispondere alla proposta di Della Valle di sciogliere anticipatamente il patto in scadenza tra un anno. “Il patto scade nel 2014, il tema non è assolutamente all’ordine del giorno”. Si vedrà poi che accadrà in autunno, visto che a metà settembre vanno date eventuali disdette.

Sull’aumento di capitale e i malumori di alcuni soci, comunque, sembra che siano in piena attività le diplomazie per convincere il più possibile il variegato azionariato di Rcs a far la propria parte in una situazione che è anche frutto delle scelte passate, oltre che della pesante crisi del mercato editoriale. Mediobanca, Fiat e Intesa Sanpaolo in particolare, all’interno del patto, sarebbero i soggetti più impegnati a fare un gesto di responsabilità per la società e a cercare di mettere tutti d’accordo. “In un momento difficile per il mondo dell’editoria, compreso per Rcs – ha detto del resto Elkann – è importante da parte degli azionisti avere senso di responsabilità e stare vicino alla società”. Intanto il comitato di redazione del Corriere della Sera ha rivolto un appello ai “protagonisti dell’informazione e della cultura (molti dei quali collaboratori del Corriere) a intervenire in difesa dell’identità del giornale”.

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