Omaggio dell’America al Belpaese, un “cervellone elettronico” – siamo nel ’69 – procede allo spoglio delle schede elettorali, indicando da una parte i voti del partito governativo, dall’altra quelli dell’opposizione. A manovrarlo uno scienziato americano presto messo a tacere, perché il risultato non piace a nessuno, né agli Stati Uniti che puntano i missili, né al Cremlino che vuole il Pci all’opposizione. A voler definire Colpo di stato – riproposto pochi giorni fa al Cineclub Alphaville di Roma – l’altro ieri avremmo parlato di “mockumentary”, falso documentario insomma, ma la situazione di oggi fa pensare piuttosto a una sconcertante profezia. In modi volutamente disordinati, tra satira e cinema d’assalto per niente velleitario checché ne dica la critica, il film di Luciano Salce ipotizza, infatti, un grottesco stallo post-elettorale diverso da quello che stiamo vivendo solo per le forze politiche in campo.
 
Il coro greco che intramezza le varie sequenze, del resto sotto gli umori beffardi si mette in scena una tragedia, conclude cantando “Io già sapevo che nulla sarebbe cambiato”. Ancora i gattopardi e i leoni, gli sciacalli e le iene, gli accordi che prescindono dal volere del popolo, il trasformismo come malattia della politica nazionale. Mentre il Pci, dopo una parità che i dirigenti del partito governativo definiscono assurda, comincia a montare fino ad una sconcertante vittoria, la televisione interrompe la diretta, proponendo prima un improbabile documentario sulla Cupola del Brunelleschi e poi una sconosciuta cantante popolare da modellare secondo la nuova veste che il paese dovrebbe assumere (“Anna, devi continuare a cantare… roba violenta, di sinistra, antiborghese, diamogli addosso, su, canta, canta!” incita un dirigente).
 
Cineasta mai abbastanza lodato, l’eclettico Salce finge di muoversi nei territori della fantapolitica, ma sa bene di avvicinarsi troppo al fuoco tant’è che il film fu osteggiato e maledetto dalla destra quanto dalla sinistra. Entrata nel triste catalogo delle pellicole scomode e da togliere di mezzo – di certo la critica cinematografica non l’aiutò quando non lo demolì –, questa commedia satirica, acida e sottilmente disperata, fu riproposta nella chiacchieratissima retrospettiva Italian Kings of the B’s durante la sessantunesima edizione del Festival di Venezia. Poi più niente. Eppure Colpo di stato dovrebbe andare in onda domani in prima serata, ecco questa sì che sarebbe fantascienza.
 
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