La formazione di un nuovo governo è “indispensabile” e serve ora uno “sforzo di coesione”. Lo ha detto il presidente Giorgio Napolitano parlando al Quirinale in occasione della festa della donna. “Siamo sempre riusciti a superare i più acuti momenti di crisi e rischi di scontro sul piano istituzionale”, ha detto, “dobbiamo riuscirci anche questa volta”. E ha aggiunto: “Questa cerimonia cade in un momento complicato per il nostro sistema democratico e per il nostro Paese, lasciatemi osservare che il mio settennato non è mai stato al riparo da tensioni e da bruschi alti e bassi”.

“I problemi urgenti e le questioni difondo che riguardano l’economia, la società, lo Stato, non possono aspettare, debbono ricevere risposte e dunque richiedono che l’Italia si dia un governo ed esprima uno sforzo serio di coesione“, ha detto il presidente. Anche perché, ha aggiunto, “tutti i problemi acuiti dalla crisi si ripercuotono nella vita quotidiana della gente e per le famiglie più disagiate drammaticamente”.

E’ d’accordo con Napolitano Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. “Siamo in totale sintonia con il pensiero espresso dal capo dello Stato”, ha detto il numero uno di viale dell’Astronomia, sottolineando che serve “al più presto un governo che dia stabilità” con priorità a economia e lavoro.

Napolitano, con un mandato presidenziale che ormai è in dirittura d’arrivo, farà un solo tentativo per risolvere lo stallo prodotto dalle elezioni e con l’esistenza, in pratica di tre minoranze di blocco che non dialogheranno con loro. Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle, infatti, non darà appoggio a nessuno come più volte ribadito, il Pd ha il suo programma in otto punti e il segretario Pierluigi Bersani ha detto no a un governo con il Pdl, che in questi giorni si affanna dietro ai guai giudiziari del Cavaliere.

Il capo dello Stato ha intenzione di affidare a Pierluigi Bersani il compito di provare a formare un governo e il leader dei Democratici avrà quindi un mandato esplorativo per capire se ci siano margini di manovra che, allo stato, appaiono sempre più improbabili. Se Bersani dovesse fallire il presidente della Repubblica non esplorerà altre soluzioni: perché un tecnico a palazzo Chigi c’è già, Mario Monti senatore a vita diventato leader del partito “Scelta Civica”, e quindi la carta dell’esecutivo tecnico.

Quindi il Professore resterà, fino all’elezione del successore di Napolitano, per il disbrigo degli affari correnti. Una volta eletto il nuovo capo dello Stato spetterà a lui eventualmente sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. Che a questo punto si potranno tenere a giugno. La VII legislatura inizierà il 15 marzo e le consultazioni il 19.  Anche qualcuno a Roma – come riporta la Repubblica – pensa anche il nuovo presidente dopo un nuovo giro di consultazioni e nessun risultato per la governabilità del Paese possa affidare proprio al senatore a vita Napolitano il compito di fare un tentativo. 

 

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