“Tonnellate di colla adesiva tengono tutto al loro posto e nell’apertura del dispositivo si rischia di tagliare i cavi del display. Unico punto favorevole? La batteria non è saldata con la scheda madre”. Non usano mezzi termini i tecnici di iFixit, azienda californiana che si occupa di riparazione hardware e pubblica guide wiki per gli utenti sul tema. Secondo loro, il nuovo tablet Surface Pro di casa Microsoft è sicuramente l’incubo di ogni centro assistenza. Rapportato ad altri 17 tablet, tra cui anche il suo predecessore il Surface RT, sarebbe difficile da riparare oltre che sconsigliabile per via dell’alto costo.

I parametri di valutazione la capacità di apertura, la facilità di sostituzione dei pezzi, la presenza di parti di ricambio compatibili, l’accessibilità ai singoli componenti, così come la possibilità di richiudere il dispositivo senza incorrere in problemi di alcun tipo. In una scala da 1 a 10, il tablet di Bill Gates ha ricevuto il punteggio più basso, seguito a ruota dagli iPad 2, 3, 4 e Mini; si trova invece più in alto in classifica l’iPad di prima generazione, migliore anche del Kindle Fire HD da 8,9”, del Nexus 10 e del Surface RT.

Al primo posto della classifica di iFixit, e quindi più riparabile, si piazza il Dell Xps 10: facile da aprire, con viti e cavi colorati facilmente distinguibili e con l’unico difetto di avere l’Lcd fuso con il vetro. Seguono a pari merito il Kindle Fire di Amazon, il Dell Streak, il Motorola Xoom e il Samsung Galaxy Tab 2 7.0. “Che i prodotti Apple non siano riparabili è un falso mito – spiega Enrico Lorefice, responsabile commerciale di iRiparo.com – certo, non è una cosa da fare a livello casalingo, ma con un minimo di manualità e dimestichezza, i dispositivi si riparano. Ci sono numerosi video-tutorial su internet, ma il più delle volte chi ha provato, poi è venuto da noi perché non è riuscito a concludere la riparazione”. iRiparo è una realtà ormai consolidata, operativa dal 2008 su tutto il territorio nazionale, ha la sede ufficiale a Saluzzo, in provincia di Cuneo. Il team tutto italiano ha un’età media sotto i 30 anni e ha riparato fino ad ora circa 50mila dispositivi, con una media di 140 iPad ogni mese. “Abbiamo iniziato quasi per caso – continua Lorefice -, riparando un iPhone di un amico e non appena siamo approdati sul web le richieste sono letteralmente esplose”. Lorefice poi aggiunge: “In questi anni ci siamo occupati soprattutto dei prodotti Apple: avendo pochi modelli, è facile avere tutti i pezzi di ricambio già a disposizione. Discorso diverso per le altre case di produzione che richiederebbero un magazzino enorme per avere tutti i pezzi di tutti i dispositivi in commercio, ma con una rete di contatti ci stiamo attrezzando anche su questo fronte”.

Sulla classifica di iFixit, il commento è unanime: “La colla è il vero problema degli ultimi anni: per quanto piccole, le viti si tolgono e si rimettono al loro posto. Quando c’è la colla, come per l’iPad, è necessario rompere il vetro e si rischia di fare danni ulteriori. Apple in questo senso è stata pioniera, cercando di creare prodotti dalle alte aspettative, che non hanno grossi problemi e se li hanno, cercano di indirizzare il cliente verso i centri specializzati. Probabilmente Microsoft sta cercando di seguire lo stesso esempio, facendo tablet che siano difficili da riparare e costringendo così l’utente a rivolgersi alla stessa casa madre”. Ma la riparabilità dei dispositivi, può essere motivo di scelta nell’acquisto? “No, non credo che la cosa influisca molto. Come abbiamo visto Apple ha fatto registrare grandi numeri, pur essendo tra le prime aziende a non aver permesso il semplice cambio della batteria sugli smartphone. Nonostante questo, le richieste per riparazioni di ogni genere sono in aumento”.

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