Il primo commento dell’opposizione venezuelana alla morte del presidente Hugo Chavez è arrivato via Twitter. “In questi momenti difficili dobbiamo dimostrare il nostro profondo amore e rispetto al Venezuela. Unità nella famiglia venezuelana!”. Ad inviarlo è stato Henrique Capriles, il giovane e ricco avvocato tributarista, classe 1972, studi newyorkesi ed europei, il più giovane deputato del Venezuela di tutti i tempi – è in Parlamento da quando aveva 25 anni – che sfidò Chavez come candidato unico della Mesa de Unidad nelle elezioni dello scorso ottobre.

Perse le presidenziali, Capriles è stato però rieletto governatore del cruciale Stato di Miranda che comprende anche la capitale Caracas e ora sarà quasi certamente candidato alle prossime consultazioni (previste, secondo la Costituzione, fra un mese) contro il successore designato di Chavez, l’attuale vicepresidente Nicolas Maduro. Nonostante l’aumento dell’inflazione, la crescente criminalità e la malattia già in stadio molto avanzato di Chavez, nonché la decisione dell’opposizione di presentarsi con un unico candidato scelto attraverso le primarie, Capriles non riuscì a sconfiggere Chavez, che fu rieletto trionfalmente con il 54% dei consensi. Ma oggi, con la sua scomparsa, l’opposizione potrebbe avere qualche chance in più di riguadagnare terreno, anche perché se è vero che Capriles ha perso di netto le presidenziali, è anche vero che ha battuto due volte i migliori luogotenenti di Chávez nella corsa a governatore di Miranda. Inoltre Maduro non ha certo il carisma di Chavez, pur essendo un uomo del popolo rappresentativo del bacino elettorale fedele da sempre al defunto presidente. Se la vittoria di Maduro è data quasi per scontata non è però solo a causa del suo status sociale o per la sua fedeltà a Chavez ma per i passi falsi compiuti dall’opposizione.

L’errore più madornale fu la gestione del golpe del 2002 contro Chavez, fallito in pochi giorni perché l’allora presidente della Confindustria locale – l’imprenditore Pedro Carmona Estanga, l’ispiratore, ora rifugiato negli Stati Uniti dopo essere fuggito in Colombia- appena conquistato il potere sciolse il Parlamento, contrariando tutte le lobby che l’avevano sostenuto incondizionatamente, a partire dai media. E ora ci risiamo. Maduro, non più tardi di una settimana fa, ha infatti accusato aspramente il leader dell’opposizione per il suo recente viaggio in Colombia, bollandolo come una congiura contro il paese: “Capriles cospira contro la patria”, ha denunciato.

L’avvocato gli ha risposto sempre via Twitter, spiegando di essere andato per incontrare l’ex presidente conservatore spagnolo Felipe Gonzales: “Ho avuto una lunga conversazione a Bogotá con un grande amico del nostro Venezuela, il presidente Gonzalez”. La controreplica pubblica di Maduro è arrivata durante una trasmissione televisiva: “Capriles dovrebbe vergognarsi per essere andato in Colombia a cospirare contro la patria (…) Le informazioni che ci arrivano non sono affatto buone, stiamo avendo conferme su una serie di riunioni che ha tenuto. Sappiamo con chi e dove si è riunito, cospirando contro il paese, contro la pace del paese, facendo affari”.

Maduro ha poi svelato che saranno presentate a breve le prove di un “immenso caso di corruzione” che coinvolge figure di primo piano di Primero Justicia, il partito che Capriles ha contribuito a fondare nel 2000. Capriles, a sua volta, ha scritto che il vero cospiratore e traditore è proprio il vicepresidente perché “riceve ordini dal governo cubano e regala il denaro del nostro popolo all’estero”. Secondo l’opposizione Maduro alzerebbe i toni per distogliere l’attenzione della gente dai problemi economici in cui si trova il Paese per colpa della gestione chavista. Il governo bolivariano di Caracas ha rincarato però la dose spiegando che l’opposizione ha già messo a punto un piano per un nuovo golpe la preparazione di attentati contro Maduro stesso e il presidente dell’Assemblea nazionale, Diosdado Cabello.

Da venerdì prossimo, dopo i funerali di Chavez, la battaglia per le presidenziali si trasformerà, secondo molti analisti, in una guerra senza esclusioni di colpi perché l’occasione per l’opposizione è troppo “ghiotta”. Prova ne è che ultimamente Capriles, considerato da molti uno “straniero” (è di origini russo-polacche da parte di madre, olandese da parte di padre) sta tentando in tutti i modi di avvicinarsi ai più indigenti grazie a imprese definite da molti “populiste”. L’esempio più citato è quello che lo vede gestire, con l’acqua fino alla cintura, i soccorsi alle popolazioni alluvionate mentre Chavez arrivava, in ritardo, a bordo di un elicottero.

 

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