A pochi giorni dalla richiesta avanzata da Augusto Minzolini, che – nonostante sia appena stato eletto senatore – chiede di essere reintegrato al Tg1 in qualità di direttore, una nuova grana legale si abbatte sulla Rai. Anche in questo caso si parla di un reintegro in azienda: a pretenderlo è Fabrizio Del Noce, che ha fatto ricorso  a giudice del lavoro chiedendo che gli sia riassegnato l’ultimo ruolo occupato presso l’emittente di Stato, quello di direttore di Rai Fiction.

All’origine del ricorso c’è la possibilità, garantita dalla legge Fornero, di continuare a lavorare oltre l’anzianità anagrafica e lavorativa inizialmente prevista per usufruire del collocamento in pensione e quindi arrivare a 66 anni e 3 mesi. A questo si aggiungono due recenti sentenze del tribunale di Milano che “allungano” oltre quanto dice la stessa legge il limite di età entro cui si ha diritto di restare al lavoro: sì può lavorare fino al compimento del settantesimo anno di età.

Nella vertenza presentata dal giornalista però c’è dell’altro. Secondo Del Noce i vertici della Rai non avrebbero osservato una serie di intese, in primo luogo economiche, concordate in precedenza con altri dirigenti. Era previsto che Del Noce andasse in pensione nel gennaio 2013, dopo 40 anni di servizio in Rai prima da giornalista e poi da dirigente, come ad esempio la direzione di Rai1 e la direzione di Rai Fiction, ma sulla base di intese raggiunte con l’azienda nei mesi precedenti si arrivò a concordare un’uscita in anticipo. Un’intesa su base anche economica, ovvero con una sorta di buonuscita.

Le cose però non sono andate così: quello che era stato concordato o assicurato sarebbe stato cancellato, non c’è stata alcuna transazione e non ci sarebbe stato niente di quanto garantito da precedenti vertici aziendali. Di qui la decisione di Del Noce di intentare causa all’azienda. Per il momento il giornalista non ha voluto dire nulla sugli sviluppi della vicenda. Ma sottolinea un aspetto: “Le cose che ti fanno più male sono quelle che mai ti saresti aspettato. Dopo 40 anni di Rai, e con ruoli apicali, mi sarei aspettato almeno un biglietto di saluto da parte di direttore generale e presidente Rai, e invece niente… Non mi è sembrata una bella cosa, specie da persone presentate come manager d’azienda”.

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