Al Landesmuseum di Karlsruhe si trova una statua di gigante inginocchiato, che come quella di Apollo Pytios, che si trova a Palazzo Valentini, e l’Apollo citaredo, ai Musei Vaticani, proviene dagli scavi ottocenteschi nell’area della villa di Voconio Pollione. Uno degli impianti residenziali di età romana più importanti individuati nel territorio di Ciampino. Comune romano, a metà strada tra la Capitale e i Castelli, durante l’antichità intersecato da viabilità, con aree necropolari di grande importanza e presenza, capillare, di numerosissime villae. Che continuano ad emergere. Lì dove ce ne sia la possibilità. In occasione degli scavi per la realizzazioni di opere pubbliche e di complessi abitativi. Resti che anche nella loro grandiosità architettonica, oltre che nella rilevanza degli arredi, si segnalano come meritevoli di grande attenzione. Almeno nelle fasi immediatamente successive alla scoperta.

Come accaduto al quartiere termale e ad alcuni ambienti probabilmente relativi ad un terrazzamento in località Colle Oliva alla fine del 2011. Come sta accadendo alle strutture appartenenti alla villa di Marco Valerio Messalla Corvino, console insieme a Ottaviano e comandante nella battaglia di Anzio del 31 a.C. Soprattutto mecenate di poeti e di artisti di età augustea. Strutture che le recenti indagini della Soprintendenza archeologica per il Lazio hanno permesso di scoprire all’interno dei cosiddetti Muri dei Francesi, una proprietà privata corrispondente al Barco Colonna, affacciata sulla via dei Laghi. Un quartiere termale costituito da alcuni ambienti con a mosaico e dalla natatio, la piscina all’aperto lunga oltre venti metri, con le pareti affrescate. Dal cui interno sono riaffiorate sette statue che illustrano il mito di Niobe e dei Niobidi.  Sculture imponenti, di straordinaria bellezza. Come hanno sottolineato anche diversi quotidiani nazionali.

L’occasione di questa importante scoperta? Un progetto di edilizia convenzionata del comune di Ciampino affidato al Consorzio ‘Muri Francesi’. Circa 55mila metri cubi di nuove costruzioni che non potranno obliterare i resti individuati di recente. Salvati da un vincolo del 1935. Che non impedirà comunque che vadano a posizionarsi a pochi metri da loro. Proprio come sembra accadrà per i resti a Colle Oliva, nelle cui immediate vicinanze saranno calati circa 67 mila metri cubi di nuove costruzioni. Insomma questa volta le strutture antiche scoperte dalle indagini archeologiche sono almeno risparmiate. Alle numerose distruzioni perpetrate anche in anni non lontani nell’area dei Castelli romani non se ne aggiungeranno di nuove. Il caso della villa cosiddetta di Augusto, nel territorio di Velletri, nella cui area, nonostante un vincolo archeologico, si è continuato a costruire, non sembra replicabile. Così come il caso di Colle Cagnoletto, nel territorio di Genzano, un’altura affacciata sulla via Appia antica, sulla quale la costruzione di un centro residenziale, alla fine degli anni Ottanta del Novecento, ha polverizzato diverse ville romane. Ma la soluzione che sembra prospettarsi non è ugualmente favorevole. Principalmente per quel che riguarda la valorizzazione delle due aree archeologiche ciampinesi. Nella prima settimana di Marzo è stata annunciata la convocazione del Consiglio comunale di Ciampino per approvare lo schema di convenzione tra i Consorzi che costruiranno nell’area dei rinvenimenti e l’Amministrazione. La probabile approvazione, insieme al parere favorevole della Soprintendenza Architettonica, consentirà di procedere con una semplice delibera di giunta alla variante del Piano di edilizia economica popolare.

Siamo alle solite. A scontrarsi gli attori di sempre. Da un lato un’Amministrazione, interessata soprattutto alla realizzazione di opere che si ritengono fondamentali per lo sviluppo del comprensorio. Supportata da quanti si occuperanno della realizzazione di quelle importanti opere. Ditte o Società, a seconda delle circostanze. Dall’altra i cittadini, quegli stessi che dovrebbero poter beneficiare, in molti casi, di quanto promosso e promesso dai Comuni. Cittadini che in nome dei sentimenti che li legano ai loro territori, ai loro centri urbani, cercano di scongiurare gli scempi di turno. Si battono perché le loro terre non dismettano le testimonianze del passato. Nella speranza che divengano riconosciuto vanto, oltre che ricchezza turistica. Non è evidentemente possibile che la conservazione dell’urbanizzazione antica impedisca sempre la realizzazione di quella moderna. Ma, qualche volta, può valerne la pena.

In fondo succede questo a Ciampino. A fronteggiarsi sono una politica per la quale la Cultura è per lo più il nome, in condominio con altri, di un Assessorato, e un gruppo di ciampinesi che non si arrendono. Dando vita ad un appello del Movimento CiampinoBeneComune e ad una petizione (change.org petizione Ciampino). Unico obiettivo non permettere che le nuove costruzioni circondino quegli straordinari resti antichi. Che i siti archeologici, attraverso la sostanziale ghettizzazione delle strutture scoperte, perdano la loro relazione con l’”intorno”. Con il circostante ambiente naturale.

E’ proprio questo che spesso manca ai nostri Monumenti, ai nostri siti archeologici. Una conservazione non occasionale. Per evitare che, come accaduto nel passato anche recente, a testimonianza di resti di straordinaria rilevanza non sia rimasto nulla. Se non i beni mobili. Andati ad arricchire le collezioni di tanti Musei. Così manca una musealizzazione all’aperto che non li isoli, facendone dei “funghi pittoreschi”. Una sistemazione che non si arresti alla recinzione che ne delimita l’ingombro. Bisognerebbe avere il coraggio di scegliere. Prendere un partito. Decidere se conservare i resti della villa di Messalla Corvino e il suo contesto paesaggistico. Oppure costruire ancora. Nuovi palazzi.  

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