– 218.729 euro.  È  il risultato del mio “politometro”, neologismo scelto da Beppe Grillo per definire lo strumento che valuti la differenza tra ricchezza posseduta dai politici dall’atto della loro nomina ad oggi.
Ma ci tornerò in fondo al post.
Tutti  parlano oggi di trasparenza e riduzione dei costi della politica.
Noi Radicali, lottando da anni per la pubblicità della vita delle istituzioni e la controllabilità degli eletti e dei titolari di incarichi pubblici, pratichiamo su noi stessi quelle regole che vogliamo per tutti. Le riunioni di Radicali italiani, anche quelle interne, sono disponibili in audiovideo sul nostro sito, al pari del bilancio del movimento, della anagrafe patrimoniale di segretario e tesoriere nonché quelle dei parlamentari e consiglieri regionali. Anche per questo non abbiamo mai avuto inquisiti nè troverete radicali coinvolti nelle varie affittopoli delle case comunali o lottizzazioni varie.

La riforma per cui ci battiamo dal 2007 è l’Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati (Apen), cioè garantire ai cittadini l’accesso via web a tutta la documentazione sullo stato patrimoniale e sull’operato di ogni eletto o nominato, in modo da rendere conoscibile e valutabile la sua azione. Non essendo presenti negli enti locali, ci siamo mossi attraverso le delibere e le iniziative popolari, la nonviolenza. Risultato: oggi l’Apen è divenuta riforma per Regioni come Campania, Puglia, Piemonte, Basilicata  e centinaia di Comuni tra cui Roma, Torino, Napoli etc. Anche il Parlamento è stato costretto a recepirne una parte.

Ma non basta. Occorre estenderla anche agli appalti e ai bilanci di enti locali e società municipalizzate, dove in questi anni si sono concentrati gli sprechi e le ruberie. Abbiamo proposte e iniziative pure su questo fronte. Se non riusciamo a modificare le regole, con gli accessi agli atti prendiamo i dati e disobbediamo, pubblicandoli online direttamente noi. Come con Parlamento wikileaks, con i fondi dei gruppi regionali nel Lazio, con i privilegi segreti del Comune di Milano. Per questo siamo soliti dire che eleggere anche un solo radicale fa la differenza.

Non sono certo geloso che il M5S segua la strada che abbiamo tracciato, anzi spero che si possa lavorare prima o poi insieme su questo. Mi interessano anche alcuni elementi nuovi che sono nel loro programma: ad esempio la sottoposizione preventiva dei disegni di legge alla partecipazione dei cittadini e i tempi certi per l’esame delle proposte di legge di iniziativa popolare.

Ma torniamo ora al Politometro. Siccome sono candidato alle prossime elezioni (nella lista Amnistia Giustizia Libertà, alla Regione Lazio potete esprimere la preferenza per me), pur avendo il pedigree radicale voglio sottopormi allo strumento che Beppe Grillo vorrebbe applicare dalla prossima legislatura.
Si tratta della differenza tra patrimonio attuale (P2), patrimonio iniziale (P1) più il reddito ufficialmente percepito nel periodo (C) in cui si ha avuto un incarico politico. Quindi il risultato, che chiameremo Z, sarà dato da Z = P2 – (P1 + C). Se Z sarà superiore a 0, escludendo partite straordinarie come eredità o vincite al Superenalotto, secondo Grillo c’è qualcosa che non va e la differenza va restituita con gli interessi.

E allora passiamo ai conti.
Eletto Segretario di Radicali italiani il 15 novembre 2009, sono passato da un reddito imponibile di 96.571 euro dell’anno prima dell’elezione ad un reddito di circa 54 mila euro annui da quando sono alla guida del movimento (non sono parlamentare).
Sul mio conto corrente (l’unico che ho) il 1 dicembre 2009 c’erano 53.382 euro, il 5 febbraio 2013 ne erano rimasti 2.066 euro. Nel mio patrimonio non ci sono  proprietà immobiliari nè autovetture, gli unici titoli mobiliari sono 850 azioni della As Roma, peraltro le stesse che avevo prima di essere eletto.
Quindi, il mio politometro è uguale al mio patrimonio attuale (2.066 euro) meno  la somma tra il mio patrimonio precedente (53.382 euro) e i redditi percepiti nel periodo (167.413 mila euro lordi).
Risultato: – 218.729 euro. Esame superato… 

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