Il cardinale Roger Mahony non deve votare in Conclave: è la richiesta di un gruppo di cattolici americani, Catholics United, che hanno lanciato una petizione nazionale tra i fedeli. “Se un Cardinale è privato del suo ruolo pubblico nella diocesi, perché dovrebbe essere premiato con la possibilità di votare per il prossimo Santo Padre? Il cardinal Mahony aggraverebbe ulteriormente lo scandalo e la vergogna per la nostra Chiesa se partecipasse al Conclave”, si legge nella petizione che chiede all’alto prelato di restare a casa.

La figura di Mahony è da tempo molto discussa per il suo coinvolgimento nello scandalo della pedofilia. L’ex arcivescovo di Los Angeles era stato sollevato dai propri incarichi dal suo successore, José Gomez, per aver chiuso troppe volte un occhio davanti agli scandali. Ciononostante, il suo nome compare tra i partecipanti al Conclave dove si voterà il successore di Benedetto XVI. Prima però Mahony dovrà far tappa in tribunale: il cardinale sarà interrogato sotto giuramento il 23 febbraio dall’avvocato di un uomo che afferma di essere stato molestato tre decenni fa da un sacerdote messicano in visita nella sua parrocchia di Montecito Heights.

Mahony testimonierà a porte chiuse per quattro ore sul caso del prete, padre Nicolas Aguilar Rivera e su altri 25 sacerdoti accusati di abusi nello stesso periodo. L’ex arcivescovo ha deposto più volte dalla fine degli anni ’90 sui suoi rapporti con i preti molestatori, ma la nuova testimonianza sarà la prima da quando l’arcidiocesi di Los Angeles è stata costretta a pubblicare 12mila pagine di documenti interni della chiesa sui casi di pedofilia. L’accusatore di Padre Aguilar Rivera, Anthony De Marco, afferma di essere in possesso di 130 pagine che documentano le malefatte del prete e che non erano disponibili l’ultima volta che Mahony ha testimoniato. Aguilar Rivera, tornato in Messico dopo esser stato avvertito dall’arcidiocesi che una inchiesta di polizia nei suoi confronti era probabile, è sospettato di avere molestato almeno 26 ragazzini durante i nove mesi di residenza nella diocesi.

La questione ha sollevato polemiche anche nel nostro Paese. Famiglia Cristiana ha lanciato un sondaggio online chiedendo agli utenti di esprimere la loro opinione: Mahony deve partecipare al Conclave oppure no? Il settimanale dei Paolini apre il suo sito con un lungo dossier sulla vicenda, sottolineando in prima battuta la petizione avviata negli Stati Uniti da Catholics United. Il settimanale evidenzia anche il fatto che monsignor Gomez, lo scorso15 febbraio, abbia fatto parzialmente marcia indietro sulle precedenti disposizioni, assicurando che sia il cardinale Mahony che il suo ausiliare monsignor Thomas Curry, anche lui colpito da sanzioni, “rimangono vescovi in piena regola nell’arcidiocesi di Los Angeles e possono celebrare i sacramenti e svolgere attività pastorale” e che lo stesso Gomez abbia invitato i fedeli a “pregare per il cardinale Roger Mahony mentre si prepara ad andare a Roma per eleggere il nuovo Papa che prenderà il posto di Benedetto XVI”.

Pochi giorni fa Mahony aveva ammesso sul proprio blog la sofferenza provocata dalle critiche degli ultimi giorni: “Dio mi ha aiutato a capire: non sono qua per servirlo con umiltà, ma sono chiamato a qualcosa di più profondo: essere umiliato e respinto da molti. Non ero pronto per questa sfida, ma dopo il Mercoledì delle Ceneri ho compreso il significato della chiamata di Gesù”. “Onestamente – ha scritto poi il cardinale – non posso dire di avere già raggiunto il punto in cui posso pregare per ulteriori umiliazioni. Sono allo stadio in cui chiedo la grazia di sopportare l’umiliazione subita in questo momento”.

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