Bancarotta fraudolenta. E’ questo il reato che la procura di Firenze contesta a Roberto Villa nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della Richard Ginori. Villa è l’ex presidente della storica azienda di porcellane di Sesto Fiorentino per cui lo scorso 7 gennaio è stato dichiarato il fallimento.

Secondo quanto riportato dal Corriere Fiorentino sono state effettuate perquisizioni nell’ufficio di Villa e nelle sue abitazioni, a Sesto Fiorentino e a Monza. L’inchiesta della magistratura, coordinata dal pm Luca Turco e condotta dalla Guardia di finanza, è partita dalla relazione del curatore fallimentare dopo che il tribunale ha dichiarato lo stato di fallimento dell’azienda, respingendo la richiesta di concordato preventivo arrivata in seguito alla messa in liquidazione della società che risale alla primavera scorsa. Al centro delle indagini, riporta il quotidiano, ci sarebbe la scissione della Richard Ginori in due società, la Ginori 1735 e la Ginori real estate, nata per gestire il patrimonio immobiliare dell’azienda: la procura vuole stabilire se questa operazione non abbia di fatto depauperato l’azienda.

L’indagato, presidente della Starfin spa, aveva rilevato la Richard Ginori nell’ottobre 2007 e, nel marzo 2009, il titolo della società era tornato, dopo anni, a essere quotato in Borsa. Ma nel maggio del 2012 l’azienda, con 332 dipendenti in forza, contava 40 milioni di debito e l’assemblea ha votato per la sua messa in liquidazione. Fra i tre liquidatori c’è lo stesso Villa. Il loro compito, secondo il castello accusatorio, era tentare di evitare il fallimento attraverso la vendita dell’azienda e la richiesta di concordato preventivo. In agosto, per i 332 dipendenti, è iniziata la cassa integrazione straordinaria. In novembre sono arrivate due richieste di acquisto. L’offerta da parte di una cordata, costituita da una società americana, la Lenox Corporation e da una rumena, la Apulum, è stata ritenuta la più conveniente. Ma il tribunale fallimentare di Firenze, negli scorsi mesi, ha dichiarato inammissibile la domanda di concordato preventivo. In gennaio, lo stesso tribunale ha dichiarato fallita la Richard Ginori, il cui passivo ha raggiunto gli 80 milioni di euro a fronte di un attivo di 50.

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