Candidati sicuramente eletti, incerti, di riempitivo. Li abbiamo individuati e ne abbiamo analizzato le principali caratteristiche: genere, età, istruzione, professione, esperienza, produttività. Ecco una prima radiografia della Camera dei deputati che uscirà dalle elezioni del 24-25 febbraio.

di Tommaso NanniciniNicola Pierri e Luca Riva (Fonte: lavoce.info)

Il Porcellum, si sa, non spinge gli elettori a focalizzare l’attenzione su chi mandare in Parlamento, come avviene invece con i collegi uninominali o con i sistemi in cui si esprimono preferenze. Ma ciò non toglie che la composizione delle liste riveli molto sulle strategie di selezione politica e sul tipo di classe parlamentare che ogni partito decide di portare avanti.

Eletti certi, incerti, senza speranza

Cerchiamo di farci un’idea complessiva, allora, sulle candidature presentate dai partiti in vista delle prossime elezioni. Quali sono le caratteristiche dei candidati indicati in posizioni sicure o incerte? Quanti parlamentari sono stati riconfermati e come si sono comportati rispetto ai loro colleghi nel Parlamento uscente? Per rispondere, Lavoce.infoLink Tank e Checkmate hanno analizzato le liste dei candidati alla Camera. Grazie alla collaborazione del Centro Italiano Studi Elettorali (CISE) diretto da Roberto D’Alimonte, che ci ha fornito le proprie stime per ogni lista in ogni circoscrizione, abbiamo individuato i candidati sicuri di essere “eletti” e quelli “incerti”. Abbiamo quindi raccolto informazioni anche su alcuni candidati con una probabilità di essere eletti vicina allo zero (“non eletti”, in un numero pari a quelli eletti di sicuro per ogni lista). (1)

Tasso di ipocrisia dei partiti

Il nostro scopo principale, infatti, è comparare eletti, incerti e non eletti, anche per misurare il “tasso di ipocrisia” dei partiti, che per farsi belli tendono a mettere in lista candidati con certe prerogative anche se poi hanno poche chance di finire in Parlamento. L’analisi ci permette di catturare le scelte di selezione politica dei partiti al momento di presentazione delle liste, visto che le stime del CISE sono di poco successive. (2)
Presentiamo la nostra analisi divisa per quattro argomenti: A) sesso ed età dei candidati; B) istruzione e professione; C) esperienze politico-amministrative e mobilità geografica; D) tasso di ricambio dei gruppi parlamentari e produttività nell’ultima legislatura.

Il prossimo Parlamento:

(1) Le coalizioni considerate sono solo quelle che hanno un numero di eletti sicuri diverso da zero, secondo le stime del CISE. Per questo motivo, non abbiamo potuto realizzare la stessa analisi, per esempio, sulle liste di Fare per Fermare il Declino o dei Radicali.

(2) Per raccogliere informazioni individuali su tutti i candidati, abbiamo collegato le liste elettorali (per nome, cognome e data di nascita) all’Anagrafe degli amministratori locali del Ministero dell’Interno e al database ERE dei parlamentari delle passate legislature. Per i candidati che non hanno mai avuto esperienze politiche, abbiamo completato la ricerca con le informazioni rintracciabili via Google. Infine, abbiamo utilizzato i dati pubblici di Openpolis per valutare la produttività dei parlamentari della passata legislatura.

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