La droga arrivava dal Sudamerica, passava da Barcellona e, una volta arrivata in Italia, si muoveva sull’asse Calabria-Lombardia. La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha stroncato una holding di trafficanti legati alla ‘ndrangheta capaci di affacciarsi sul panorama internazionale e fare affari con i narcos della Colombia, dell’Uruguay e del Perù. Destinazione finale della cocaina e dell’hashish erano le piazze dello spaccio dell’interland milanese e della Calabria.

È scattata all’alba di questa mattina l’operazione “Cicala”. Il Goa di Catanzaro della guardia di finanza, coordinato dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dai sostituti Maria Luisa Miranda e Paolo Sirleo, ha eseguito 43 arresti per traffico internazionale di droga. Tre degli indagati erano a Barcellona dove sono stati raggiunti dai mandati di arresto europeo. A chiudere il cerchio sempre la ‘ndrangheta e, in particolare, le cosche della Locride che si erano consorziate per finanziare grosse partite di droga. Gli arresti di questa mattina hanno interessato la Calabria e Lombardia. Oltre due anni di indagini, un fiume di intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno consentito di ricostruire la catena di un’organizzazione il cui principale esponente era Pasquale Cicala, vicino alla cosca Pesce e Bellocco di Rosarno e già coinvolto nell’operazione “Crimine”.

Complessivamente il Goa della guardia di finanza ha sequestrato 41 chili di cocaina e 286 chili di hashish che arrivavano in Italia nascosti nei camion, ufficialmente destinati allo svolgimento di spedizione in ambito nazionale e internazionale. Cicala era in contatto con figure di primo piano della ‘ndrangheta calabrese e con soggetti legati alle cosche ma da tempo trapiantati nell’hinterland milanese. Grazie alla conoscenza diretta con alcuni narcotrafficanti e alle ingenti somme di denaro messe a disposizione dai clan, Cicala era in grado di procacciarsi grosse partite di cocaina e hashish destinate sia al mercato del Nord Italia che alle piazze della Locride, di Rosarno e Lamezia Terme. La cocaina veniva presa a Barcellona dal broker Guglielmo Di Giovine, genero di Cicala e ritenuto affiliato all’omonima cosca legata ai Serraino. Uno dei principali emissari di Pasquale Cicala era Sergio Carretta, grande amico del rosarnese Rocco Ascone (arrestato nelle operazioni “Imelda”), ritenuto capo del locale di Bollate, in provincia di Milano. “La realtà – ha spiegato il procuratore aggiunto Nicola Gratteri – è che sono prevalentemente le famiglie mafiose della provincia di Reggio a gestire gran parte del traffico di droga nel territorio nazionale”.

 

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