Le migliaia di partite Iva trevigiane forse hanno già un’idea precisa su chi votare, e non è la Lega. Sebbene “a porte chiuse” Beppe Grillo e il suo guru Gianroberto Casaleggio si sono trattenuti a Treviso (una delle tappe venete con cui i Cinque Stelle hanno fatto il pieno) per ascoltare le domande e i dubbi che un centinaio di piccoli e piccolissimi imprenditori hanno voluto rivolgere loro faccia a faccia. Niente rete, meet-up e internet stavolta. Un incontro reale e ravvicinato di oltre due ore con piccoli industriali, commercianti e artigiani stufi e arrabbiati: una prima assoluta per Grillo lungo il suo tour elettorale nelle piazze italiane e in quelle molto affollate di tutto il Veneto. Il paradosso, se vogliamo, è che proprio il leader del Movimento 5 Stelle che della comunicazione smaterializzata ha fatto un dogma sia stato finora l’unico tra tutti i partiti sollecitati dalla Confapri (Confederazione delle attività produttive italiani) a presentarsi in carne e ossa.

“Questo non vuol essere il nostro endorsement elettorale per Grillo, però è vero che con tutti gli altri partiti finora siamo rimasti allo scambio di proposte e suggerimenti via mail o sui social network, lui qui almeno è venuto” spiega Massimo Colomban, imprenditore considerato dai suoi colleghi “un po’ un visionario”, fondatore ed ex proprietario del colosso mondiale delle facciate per grattacieli Permasteelisa, ora in mani giapponesi. Dietro a Confapri, sigla semiclandestina anche perché sganciata dagli assetti dell’associazionismo di categoria, c’è lui e qualcun altro. Come Artuto Artom, fondatore del Forum per la meritocrazia, che pareva volesse buttarsi in politica con Berlusconi salvo poi fare marcia indietro. Anche lui è a Treviso ad ascoltare Grillo. “Siamo soltanto una rete trasversale ed informale di imprenditori di qualsiasi categoria e settore che vuole impegnarsi per ridare dignità all’articolo 1 della nostra Costituzione. Non siamo né di destra, né di sinistra” sottolinea Colomban.

Sono super partes, ma a fine febbraio comunque voteranno anche loro e per questo hanno chiesto un incontro con Grillo. All’hotel che ha ospitato l’incontro dovevano essere in quattrocento. Erano parecchi di meno, ma i presenti erano tutti là per provare a capire “per l’ultima volta di chi fidarsi e se c’è ancora una minima speranza” racconta Massimo Bianchin, settore arredamento, uno di quelli che in Carinzia ci è andato, ma poi “cosa vuole, mica facile dover lasciare il mio paese, la mia famiglia e tutti gli affetti qui. Anche se lassù in tre giorni sarei subito in pista”. Lo accompagna un amico, professione idraulico, mille problemi di ogni sorta anche lui.

Grillo introduce ma poi è Casaleggio a spiegare le ricette economiche del M5S per guadare la crisi e far ripartire la macchina. E nonostante le porte insonorizzate filtrano applausi convinti su più punti del programma stellato. Piace la severità della legge sul made in Italy – “la proposta più votata in un sondaggio fatto sul nostro blog” commenta l’alter ego di Grillo. Come piacciono anche l’abbandono dell’euro e la chiusura di Equitalia. “C’è già l’Agenzia delle entrate” rilancia Grillo e giù applausi.

Il taglio delle tasse “alla media europea” e dell’odiatissima Irap in sala è dato per scontato, ma è Mirco Casteller, giovane numero tre della potente Confartigianato della Marca Trevigiana (12mila iscritti e due terzi di tutte le imprese artigiane del registro della Camera di Commercio) a far di conto su un’ipotetica sostenibilità in chiave veneta. “Qui paghiamo 3 miliardi di Irap con una spesa socio-sanitaria di 8 miliardi e mezzo, di cui il 60 per cento è riferibile alla parte sociale e non agli ospedali. Se si interviene là, i soldi saltano fuori, eccome”. Ha sempre votato centrodestra e senza imbarazzo fa capire di essere affascinato dalle proposte rilanciate da Grillo e Casaleggio, la sua non è solo una presenza istituzionale.

Come quella di Mario Pozza, il vulcanico presidente degli artigiani, che pochi giorni fa ha sondato i suoi iscritti ricevendo come risposta preferenze per Fare per Fermare il declino di Oscar Giannino e per Grillo che nel Trevigiano ha sempre fatto buon raccolto se anche Laura Puppato, capolista per il Pd al Senato, dice che ci avrebbe fatto un pensierino (anche se poi ha chiarito che era una provocazione). Non è forse un caso che cinque anni fa proprio le urne di Treviso regalarono al Movimento 5 Stelle il suo primissimo consigliere comunale.

Articolo Precedente

Elezioni 2013, Grillo in Veneto: “Ormai siamo primi, ecco perché hanno paura di noi”

next
Articolo Successivo

Poltrone (poche) e grane (tante): l’eredità di Monti al prossimo governo

next