Eppure lo avevano promesso. Che l’ultima tranche dei rimborsi elettorali della legislatura 2008-2013 sarebbe andata alle popolazioni terremotate dell’Emilia. Prima Roberto Maroni annuncia che sarebbero stati devoluti in beneficenza. Poi il 3 giugno 2012 Giampaolo Dozzo, capogruppo del Carroccio alla Camera, afferma durante il congresso della Liga Veneta: “Proporrò che l’intera tranche di rimborsi elettorali riguardanti le politiche del 2008 venga devoluta alle popolazioni dell’Emilia colpite dal terremoto”. Sembrava fatta. Soprattutto dopo che lo stesso segretario, l’11 novembre, aveva lasciato tra le mani del sindaco di Bondeno, il leghista Alan Fabbri, un assegno da un milione di euro come promesso nella sua prima uscita ufficiale il 14 luglio.

Tutti gli altri comuni duramente colpiti, si pensava, sarebbero seguiti di lì a poco, dividendo il rimanente della faraonica terza tranche del rimborso. La stessa che era stata bloccata, sempre a giugno 2012, dopo che al Senato erano state riscontrate incongruenze nei bilanci leghisti: 17 milioni e 547 mila euro. Invece no. La Lega non ha dato più un soldo. Se li è messi tutti in tasca. Con uno scopo preciso: finanziare la campagna elettorale per Maroni presidente della Lombardia. Il segretario del Carroccio, con in tasca il sogno della “macroregione europea”, un’illusione geografica prima ancora che politica, ha deciso di dare fondo alle casse leghiste per i manifesti 6×3 che tappezzano (non sempre legalmente) Milano e il resto della regione.

A confermare le voci e i malumori che da giorni si rincorrevano nelle tante case del Carroccio, lo stesso tesoriere della Lega Nord, Stefano Stefani, in un’illuminante intervista alla Padania di due giorni fa. “Per la campagna elettorale spenderemo cinque milioni di euro – ha detto Stefani – considerata la doppia campagna, per le Politiche e per le Regionali”. Secondo il tesoriere è una cifra in linea con le campagne elettorali del passato, ma né Zaia né Cota hanno goduto di tanto ben di Dio in Veneto e Piemonte. Stefani ha spiegato che stavolta il gioco vale la candela, che “è in gioco la Lombardia, che è un passaggio molto importante”, dunque per il segretario e la conquista del Pirellone si può fare.

E i terremotati? Dice Gianluca Pini, capolista alla Camera in Emilia per il Carroccio: “Abbiamo dato un milione di euro di rimborsi elettorali e un controvalore di circa 2 milioni in beni e generi vari raccolti dalle sezioni. Comunque, queste cose deve chiederle a Fabio Rainieri segretario dell’Emilia, è lui che ha gestito. Io mi occupo della Romagna dove fortunatamente non abbiamo avuto il dramma del terremoto. Una parte consistente è stata consegnata durante la manifestazione di Bologna di novembre”. Secondo Pini, “è Rainieri che se ne è occupato. Io non le so dire assolutamente nulla. Mi pare di ricordare che la proposta di dare una parte dei rimborsi elettorali alle popolazioni terremotate venne fatta immediatamente dopo le scosse quando ancora il rimborso elettorale era ‘pieno’. Dopodiché venne fatto un decreto per dimezzarli (che però non è passato, ndr) e dare la parte eccedente ai terremotati”.

E che dice, allora, Fabio Rainieri, segretario del Carroccio in Emilia e numero 2 nella lista per il Senato subito dopo Tremonti? “Un milione, abbiamo sempre detto uno, ci sono le dichiarazioni anche di Maroni. A voi risulta sbagliato. Lo abbiamo detto a Bologna alla manifestazione (di novembre, ndr), lo abbiamo detto a Ferrara e a Bondeno quando Maroni disse questa cosa. Noi avevamo detto uno solo”. Ma voi avevate chiesto qualcosa in più come emiliani, per i terremotati? “No, quel milione di euro per Bondeno e per altri paesi attorno”. Quindi non ci sarà altro? “No, sono quelli che avevamo promesso e che abbiamo stanziato”.

Peccato che quella dichiarazione di Maroni in cui si parla “solo” di un milione se la ricordi solo Rainieri. Di quelle che dicono il contrario, invece, la rassegna stampa è piena. Così come è certo che quel denaro sarà finalizzato ai manifesti e alle singole segreterie del Movimento per le spese correnti in campagna elettorale: 840 mila euro al Veneto, 354 mila al Piemonte, 168 mila all’Emilia, 76 mila alla Romagna, 126 mila al Friuli-Venezia Giulia, 113 mila alla Liguria, 68 mila alla Toscana, 17 mila alla Valle d’Aosta e 14 mila all’Umbria. “Questi fondi – spiega ancora Stefani, confermando le voci – sono parte dei contributi elettorali che abbiamo accantonato e parte dei contributi che hanno versato tutti i parlamentari e i consiglieri regionali”.

Esattamente ciò che la Lega, a macerie ancora fresche, aveva promesso per la ricostruzione, se Maroni avesse mantenuto la promessa. Non a caso, secondo il candidato presidente Gabriele Albertini, i manifesti nei quali Maroni giura di avere “la Lombardia in testa” sarebbero costati circa un milione di euro, mentre secondo la Lega solo 350 mila. Alla fine, comunque vada, saranno complessivamente 5 milioni quelli che verranno buttati nella campagna elettorale. “Sono – spiega Stefani – i soldi che abbiamo stanziato e che spenderemo; con me tesoriere del movimento non scappa neppure un euro, e speriamo pure di recuperare quelli che ci hanno ciulato (rubato, ndr)”.

A rubarli non è stata Roma ladrona, come raccontano le storie poco edificanti dei fondi di partito investiti in diamanti o in fondi della Tanzania: “Abbiamo fatto i conti e penso che al momento opportuno ci costituiremo parte civile – continua Stefani – speriamo di recuperare il maltolto. Non sono molti soldi – precisa – rispetto a quelli di altri partiti. Se penso ai milioni distratti dalle casse del partito da Lusi (l’ex tesoriere della Margherita accusato di essersi appropriato di oltre 23 milioni, ndr), i nostri sono inezie”. Come invece non sono i rimborsi elettorali. Che i terremotati non vedranno mai per consentire a Maroni di far pensare a tutti i “lùmbard” di avere il Pirellone in testa. Ma solo quello.

di David Marceddu e Sara Nicoli

da Il Fatto Quotidiano del 2 febbraio 2013

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