Lo studio è pronto, i conduttori scelti, Bruno Vespa e Mario Orfeo, sono già in pre-partita, il format – non certo un talk show, ma domande e risposte con tempi contingentati (come nel duello Renzi-Bersani) – in lavorazione. La Rai ce la sta mettendo tutta per arrivare prima nella lotta per il confronto televisivo tra i candidati premier. Peccato che la trattativa sia tutta in salita. “Disponibile al dibattito con tutti”, aveva detto Pier Luigi Bersani qualche settimana fa. Disponibili anche gli altri. Sono dunque cominciati contatti, discussioni, diktat.

In molti si sono offerti di ospitare il match elettorale: non solo il Tg1, ma anche Sky Tg 24 e La 7. Ieri, la svolta. In un Tweet del segretario Pd: “In campagna elettorale c’è poco spazio ai problemi degli italiani. Pronto a confronto tv con tutti i candidati se serve a discuterne”. A prima vista un’apertura, a uno sguardo più approfondito, un modo definitivo di dettare le condizioni: Bersani il confronto lo fa, ma se partecipano anche tutti gli altri. E dunque non solo Berlusconi e Monti, ma anche Ingroia, Grillo e pure Giannino. Se Ingroia mostra entusiasmo, la soluzione non piace al Professore. Vorrebbe una sfida a tre, i tre capi della coalizione.

La Rai nella persona del direttore di Rai uno, Giancarlo Leone, fa sapere (anche lui con un Tweet) che “forse il numero è troppo ristretto”. Insomma, si lavora a un confronto con tutti. Il braccio di ferro è chiarissimo, tra il segretario democratico che vuole ridurre al minimo l’esposizione mediatica, ed evitare di farsi “sbranare” dagli altri e gli sfidanti (oltre a Monti, ovviamente Berlusconi) che vogliono più spazio possibile. Non vuole storie Bersani, e peraltro moltiplica gli ostacoli: “Per il dibattito ne prendo anche due, Alfano e Berlusconi insieme”. Come dire, chiariscano chi è il capo della coalizione una volta per tutte. “Il leader del Pd vuole buttare la palla in tribuna per paura del confronto con Berlusconi”, replica Paolo Bonaiuti. Rincara Alfano. Per Bersani, comunque, l’asticella della trattativa è chiara: “O tutti o nessuno”. E se alla fine Grillo si rifiuta? “Vedremo”, dicono dallo staff del segretario. Che si lascia così la porta aperta per dire di no.

Tra l’altro i tempi stringono: prima data utile sabato, ma si parla della prossima settimana. Quella dopo c’è Sanremo e nell’ultima settimana di campagna elettorale sono già previsti in Rai dei faccia a faccia singoli. Magari anche con Grillo, che sta studiando quale invito televisivo accettare una volta annunciata l’intenzione di usarlo. I confronti, poi, dovrebbero essere due. In lizza per il secondo c’è Sky Tg 24: tutti i candidati e il format collaudato con il dibattito delle primarie. Anche in quel caso tutto molto rigidamente regolato. Si parla dell’8 febbraio, ma potrebbe anche essere l’ultima settimana di campagna. La7 si era proposta per dei faccia a faccia o delle sfide a 3: è evidente che non se ne farà nulla.

“Si va al confronto a 6 settimana prossima in Rai. Credo che i cittadini vogliano altro”, denuncia Enrico Mentana su Twitter. E Lucia Annunziata – raccontando che per ora i candidati invitati a partecipare a l suo “Leader” non hanno risposto – sottolinea: “Servirebbero non interviste, ma un confronto con i cittadini. Invece sono spariti pure i comizi”.

Da Il Fatto Quotidiano del 29 gennaio 2013

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