Santoro apre la nuova puntata, passando in rassegna sinteticamente le posizioni dei vari leader dei movimenti e partiti in lizza nella competizione elettorale. “Grillo vorrebbe mandare in Parlamento il buon senso della gente comune, le idee” – esordisce il timoniere di “Servizio Pubblico” – proprio come Lenin voleva affidare i bilanci dello Stato ad una cuoca. Monti invece vorrebbe mettere al centro il sapere dei tecnici illuminati dallo Spirito Santo”. Santoro poi menziona Berlusconi, che si accontenta di vincere solo in Lombardia o in Sicilia, regioni che ancora una volta decideranno dove butterà l’Italia. “Anche i separatisti più accaniti” – puntualizza il giornalista – “converranno con me che senza il voto decisivo dei siciliani nè Bossi, nè Maroni sarebbero diventati ministri”. Bersani, invece, respinge gli inviti di “Servizio Pubblico” ed è fermo. “Piano piano nel porcellum sta morendo il bipolarismo”, riassume Santoro. E nel finale rifila una stoccata ad Eugenio Scalfari e al quotidiano “La Repubblica”

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