La giornata politica di ieri è stata un duro colpo per il morale. Da una parte dell’oceano, Obama che prestava giuramento promettendo eguaglianza e giustizia sociale. Da noi Nick ‘o mericano, ex sottosegretario su cui pendono due ordini di arresto per favoreggiamento della camorra, accusato di essere il referente politico del clan dei Casalesi, fuggiva con le liste di quello che fino a poco tempo fa era il primo partito del paese. Inseguito rocambolescamente in autostrada da due sgherri dell’ex Presidente del consiglio. Una scena superiore alla fantasia di qualsiasi sceneggiatore. Ma mortalmente deprimente.
 
Vedremo nei prossimi giorni se l’esclusione di Cosentino farà davvero guadagnare al Pdl quel milione di voti che promettono i sondaggi riservati in possesso di Berlusconi, consentendo al centrodestra di conquistare la Campania. Di certo, senza il Senato in bilico e senza il potere persuasivo dei sondaggi il Pdl non avrebbe mai accantonato uno dei suoi esponenti più importanti. Come mostra il lungo elenco di pregiudicati e impresentabili che rimarranno nelle liste del centrodestra, a partire dal capo.
 
Ma non c’è solo la sceneggiata nel Pdl, per ironia della sorte interpretata proprio da un politico chiamato Nick ‘o mericano, a far sembrare l’America tanto lontana. Nel suo Inauguration speech, Obama ha ribadito solennemente il suo impegno per la parità dei diritti civili dei “nostri fratelli e sorelle omosessuali.
 
Quando, appena pochi minuti dopo la fuga di Cosentino, ho sentito pronunciare: “Our journey is not complete until our gay brothers and sisters are treated like anyone else under the law” ho provato un moto di commozione, lo ammetto. Mi sono tornate in mente le parole di Jesse Tyler Ferguson, l’attore che interpreta Mitch, uno dei papà gay della serie tv Modern Family, che con voce rotta dalle lacrime ha detto: “Se a quindici anni, mentre ero seduto a guardare la tv con i miei genitori, avessi sentito il presidente degli Stati Uniti dire che era a favore dei matrimoni gay, la mia vita sarebbe stata molto diversa. Non ho idea se lui si rende conto di quante vite sta cambiando dicendo questa semplice frase. Sta letteralmente salvando delle vite”.
 
Ho pensato che forse proprio in quel momento, mentre tante persone fissavano lo schermo con gli occhi umidi e il cuore gonfio di speranza, Obama stava salvando delle vite. Poi, dopo Ferguson, mi sono tornate in mente altre parole. Quelle tetre di Monti, per cui la famiglia è formata da un uomo e una donna e basta. I balbettii di Bersani, per il quale i diritti civili non sono certo una priorità, anzi sembrano solo una fastidiosa fonte di imbarazzo. Per non parlare delle ripetute volgarità di Berlusconi, ovviamente.
 
Pare che le parole di Monti siano dovute a un confronto riservato sulla situazione politica che il premier avrebbe avuto la settimana scorsa con il presidente della Cei, Arnaldo Bagnasco. Riporta oggi Andrea Tornielli su La Stampa che il capo dei vescovi italiani era “interessato a conoscere più da vicino le posizioni del premier sui valori non negoziabili”, su cui fino a quel momento Monti non aveva mostrato il piglio censorio auspicato dalle gerarchie ecclesiastiche. Subito dopo, alla prima occasione pubblica, l’ormai nota dichiarazione sui matrimoni gay:  “Il mio pensiero è che la famiglia debba essere costituita da un uomo e una donna e ritengo necessario che i figli debbano crescere con un padre e una madre”.  La presa di posizione tuttavia non avrebbe particolarmente rassicurato il cardinale, che secondo La Stampa vorrebbe una convergenza ancora più integrale e incondizionata del partito del premier con i “valori” di intolleranza promossi dal Vaticano.
 
Ecco, il giorno in cui un presidente del consiglio affronterà in piena indipendenza il tema dei diritti civili, usando parole sobrie ma decise e inequivocabili come quelle di Obama, allora sì, forse potremo dirci un paese civile.

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