Il ministro algerino della comunicazione, Mohamed Said, ha detto che il bilancio dell’ attacco contro il centro gasiero di In Amenas si annuncia più pesante rispetto a quanto comunicato dal ministero dell’Interno, che parlava di 23 ostaggi e i 32 terroristi uccisi: “Temo davvero, purtroppo, che il bilancio debba esser rivisto al rialzo”, ha detto Said alla radio pubblica Chaine 3. Per il momento il governo di Algeri non ha fornito cifre sugli stranieri uccisi. La tv privata Ennahar annuncia che “almeno 25 corpi sono stati trovati nel terminal di In Amenas”, ma non è ancora chiaro se si tratti di nuove vittime. La stessa emittente riferisce che in mattinata le forze speciali algerine hanno arrestato cinque terroristi nel sito gasiero, mentre altri tre sono in fuga.

Quasi contemporaneamente è arrivata la rivendicazione dell’azione terroristica. L’emiro Moctar Belmoctar, infatti, in un video si è attribuito la responsabilità del sequestro a In Amenas nel nome di Al Qaeda. Lo riferisce il sito web mauritano Sahara Media. Moctar Belmoctar (nome di battaglia dell’algerino Khaled Abu El Abass) nel video si presenta, per la prima volta da quando è stato allontanato da Aqmi, come “membro di Al Qaeda”: “Noi, Al Qaeda – ha detto – siamo i responsabili di questa operazione che benediciamo”. Il video risale al 17 gennaio – quindi quando ancora l’attacco era in corso – e Belmoctar ha annunciato di esser pronto a “negoziare con l’Algeria e l’Occidente a condizione che cessi la guerra in Mali”.

L’emiro Moctar Belmoctar, inoltre, ha spiegato che l’Algeria è stata presa come bersaglio per “avere permesso ai colonizzatori di ieri (la Francia, ndr) di utilizzare il suo terreno e il suo spazio aereo per uccidere i nostri in Mali”  e si è detto disposto a rilasciare gli ostaggi in cambio della fine delle ostilità in Mali contro gli jihadisti che occupano il Nord del Paese. Belmoctar ha confermato, quindi, che l’operazione è stata condotta da 40 uomini, provenienti da “Paesi musulmani diversi” e da “Paesi occidentali” tutti inquadrati nella brigata di “Coloro che firmano con il sangue”, da lui costituita poche settimane fa dopo la sua espulsione da Al Qaeda nel Maghreb islamico, decisa dal capo del gruppo, lo sceicco Droukdel. L’esponente jihadista, quindi, ha proposto, in cambio del rilascio degli ostaggi, anche la liberazione di Omar Abderrahmane, l’emiro cieco che sconta l’ergastolo in America per l’attentato al Wtc. Nel video, Moctar Belmoctar è apparso senza il turbante e senza armi e con indosso quel che sembra un giaccone mimetico. Alle sue spalle il tradizionale drappo nero usato dagli estremisti islamici, con scritte che ricordano la katibat e la sua denominazione.

In tutto il mondo, intanto, si tenta di ricostruire l’accaduto e si fa la tragica conta delle vittime. Il Giappone parla di dieci persone mancanti all’appello, mentre la Gran Bretagna conferma la morte di tre suoi cittadini. Altri tre – comunica Londra – risultano dispersi, come anche un quarto straniero residente in Gran Bretagna. Almeno un algerino è stato ucciso, e tra le altre vittime ci sarebbero cittadini di Francia, Stati Uniti e Romania.

Anche Washington monitora costantemente la situazione. Barack Obama ha condannato  “nei termini più forti possibili” l’attacco terroristico in Algeria e ha confermato di essere in stretto contatto con il governo algerino, per “comprendere pienamente ciò che è successo e impedire che si ripeta”. Il presidente ha detto che gli Usa sono pronti a fornire all’Algeria “qualsiasi assistenza di cui possa aver bisogno a causa di questo attacco” e ha ribadito che il governo americano continuerà “a lavorare a stretto contatto con i nostri partner per combattere il flagello del terrorismo nella regione”. “L’attacco – ha concluso Obama – ci ricorda ancora una volta la minaccia posta da al Qaeda e altri violenti gruppi estremisti in Nord Africa”.

Una posizione condivisa da David Cameron, che ha ribadito la volontà del governo britannico di  “lavorare con gli alleati in tutto il mondo per sconfiggere la piaga del terrorismo e i loro sostenitori” e, nell’esprimere solidarietà e condoglianza alle famiglie delle vittime, ha affermato che la “la responsabilità di queste morti è interamente dei terroristi che hanno lanciato questo attacco”.

Anche Parigi, attraverso le parole del ministro dell’Interno Laurent Fabius, ha annunciato la linea dura: “Contro i terroristi occorre essere implacabili. Sono assassini, rubano, violentano e saccheggiano. Per loro non ci sarà nessuna impunità”. Fabius si è detto “colpito” dal fatto che ci sia “la sensazione che gli algerini vengano messi sotto accusa, mentre sono i terroristi a doverlo essere”.

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