Tempi record per l’inchiesta sul sindaco di Forlì, Roberto Balzani del Pd, accusato dalla procura di peculato. Entro qualche giorno al sindaco e ai suoi avvocati, Marco Martines e Massimo Beleffi, dovrebbe essere notificato l’avviso formale di chiusura delle indagini per mano del procuratore capo Sergio Sottani e del sostituto Filippo Santangelo, al lavoro dalla fine dell’estate sul fascicolo. Secondo quanto trapela da fonti investigative, le indagini non hanno bisogno di nuovi documenti o interrogatori perché Balzani, sostengono i pm, è colpevole. Dal momento della chiusura ufficiale del fascicolo, Balzani e i suoi legali – secondo i termini della procedura penale- hanno 20 giorni di tempo per formulare eventuali controindicazioni o, ad esempio, chiedere nuovi interrogatori. Il sindaco ha già detto che, in caso di processo, si dimetterà

I guai per il diretto interessato non sembrano finiti. La vicenda è quella di “Casa Comune”, il programma televisivo messo in onda (in differita) dal 15 marzo del 2011 su Video Regione e ben conosciuto in città e nel comprensorio, nel corso del quale il sindaco Pd viene intervistato da giornalisti locali su questioni di attualità e senza il contraddittorio con altri esponenti politici. Questo almeno fino ai mesi scorsi, perché da un po’ la trasmissione è stata sospesa. Per la sua “Casa Comune” l’amministrazione Balzani ha speso circa 8 mila euro nel 2012 e 6 mila euro per nove mesi nel 2011, la trasmissione ha cadenza quindicinale e “viene messa in onda su Video Regione a seguito di un confronto concorrenziale fra emittenti del territorio svoltosi nei mesi scorsi”, come indicato dal portale del Comune “Informa Forlì”. 

Le attenzioni dei pm di Forlì su “Casa Comune” si concentrano alla fine dell’estate, quando in Emilia-Romagna scoppia il caso delle interviste tv a pagamento per i politici (nel territorio forlivese si era parlato di Thomas Casadei, il consigliere regionale del Pd che confermava l’esistenza di “un regolare” contratto con l’emittente Teleromagna per il programma “La mia regione”). In procura arrivano alcuni esposti, anche anonimi. I magistrati spediscono l’avviso di garanzia al sindaco il 19 dicembre scorso verso sera: “Questa sera, verso le ore 18.30, mi è stato recapitato un avviso di garanzia da parte della procura della Repubblica. Avrei usato la trasmissione ‘Casa Comune’ per ‘propaganda politica personale e per curare la (mia) immagine politica e personale’. Due volte personale. Sono a disposizione della magistratura per dimostrare la correttezza del mio comportamento. Punto”, scriveva un piccato Balzani quasi in tempo reale su Facebook.

Nel frattempo, la procura ha lavorato spedita. Dopo che il commissario di polizia giudiziaria Marco Di Marco a fine ottobre aveva interrogato Massimiliano Cescon, giovane collaboratore di Balzani che si occupa di comunicazione integrata anche sui social network, il pomeriggio del 28 dicembre è stata la volta del sindaco: di fronte a Santangelo, Balzani e i suoi legali hanno negato ogni accusa ricordando che per “Casa Comune” c’è stato un bando pubblico. Che, fra l’altro, secondo Balzani avrebbe fatto risparmiare soldi pubblici rispetto ai tempi di “Comune Aperto”, il vecchio periodico dove, a differenza del format su Video Regione, potevano intervenire tutti i consiglieri comunali e non solo il sindaco.  

Balzani ha parlato a modo suo anche l’8 gennaio scorso in Consiglio comunale, rimpallando un question time del Pdl: “Sono stato ascoltato dal sostituto procuratore Filippo Santangelo nel pomeriggio del 28 dicembre. La natura delle conversazioni è coperta da un ovvio segreto istruttorio in questa fase di indagini”.

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