Il Tricolore listato a lutto per protestare contro il declino dell’Italia. La trovata è di Claudio Bizzozero, sindaco di Cantù, cittadina di 40mila abitanti nel cuore della Brianza comasca che, al pari di molti altri comuni italiani sta soffrendo i rigori di una crisi che si è dimostrata particolarmente inclemente con le amministrazioni locali. Bizzozero, che racconta di non essere legato a simboli di partito, nel 2012 ha vinto le elezioni con la sua coalizione civica, relegando all’opposizione Pd, Pdl e Lega. Ora spera nella riscossa dei sindaci, guardando con favore alla nascita di una forza in grado di restituire centralità alle amministrazioni locali.

“Viviamo in un Paese che è sull’orlo di un imminente decesso – spiega Bizzozero – non credo ci sia molto da spiegare su questa provocazione”. Poi scende nel dettaglio delle motivazioni del suo gesto: “Quella del lutto non è altro che una trovata comunicativa, un simbolo, per far parlare del vero problema, che è enorme”. Il problema di Cantù è il problema delle amministrazioni locali, che soffrono l’ipocrisia delle istituzioni superiori, che sembrano disinteressarsi dei problemi reali della gente. Così quello di Bizzozero assume i toni di un grido disperato: “Faccio il sindaco da sette mesi e da sette mesi cerco di far quadrare i bilanci del mio Comune, abbiamo avuto la certezza di riuscire a rispettare i vincoli allucinanti imposti dal governo per quest’anno solo il 28 di dicembre. Ci siamo salvati dallo sforamento del patto per grazia ricevuta, perché per caso sono arrivati degli oneri inaspettati”. E come Cantù anche molti altri comuni che versano nella stessa situazione: “Mi chiedo perché siano state indette delle elezioni, mi chiedo perché i miei cittadini abbiano dovuto scegliere un sindaco se il sindaco non fa altro che il contabile per conto di Monti senza poter dare loro delle risposte concrete”.

Bizzozero porta esempi dell’impotenza dell’amministrazione locale, ormai incapace di fornire risposte ai problemi concreti della gente: “Questo fa molto arrabbiare perché viviamo in un paese in cui i consiglieri regionali e i parlamentari fanno quello che leggiamo sui giornali e un sindaco è costretto a rimandare a casa i cittadini senza una risposta. Il lutto sulla bandiera è l’unico simbolo che si addice a questa situazione inaccettabile. La mia non è demagogia, la gente ne ha veramente le tasche piene”. Il primo cittadino canturino spiega poi che lascerà il lutto sul Tricolore fino a quando non cambierà la situazione: “Purtroppo temo che il lutto resterà ben oltre il 24 e 25 febbraio prossimi. Da sette mesi non faccio altro che incazzarmi, perché mi sento spesso frustrato e disarmato, voglio uscire da questa impasse, ci sono molti sindaci che condividono la mia posizione, ancora pochi ne parlano apertamente perché vengono zittiti dai partiti, ma le cose stanno cambiando. Abbiamo bisogno che i comuni ricomincino a respirare, ormai non possiamo più fare nemmeno l’essenziale”.

Una nota di biasimo arriva dai banchi dell’opposizione, che è particolarmente critica nei confronti del primo cittadino e del suo approccio “populista” ai problemi del territorio. In particolare è l’onorevole Nicola Molteni, consigliere comunale della Lega Nord, a far rilevare le incongruenze tra le parole e l’operato di Bizzozero: “I lutti sono cose serie, per far funzionare i comuni non serve demagogia. Il fallimento dell’Italia non lo nasconde nessuno, ma servono soluzioni concrete con un progetto politico che guardi al locale (quello del Carroccio, ça va sans dire). Dal sindaco ci aspettiamo che faccia l’amministratore locale, che dia risposte serie, che dia seguito alle aspettative di cambiamento che aveva prospettato durante la campagna elettorale e che al momento sono state disattese”.

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