Ormai la decisione è presa. Restituisco il passaporto francese. Quei parvenu di palazzo continuano a coprirmi di fango. Dicono che non mi va di fare dei sacrifici. Ah! Maledetti! Come se diventare belga fosse un sacrificio da nulla. Comunque vada a finire questa faccenda, sarò l’unico vip belga della storia dopo Poirot. Almeno lui è un personaggio di fantasia. E’ paradossale. Ho pagato 150 milioni di tasse, e per cosa? Per vivere in uno stato senza gratitudine, dove un onesto cittadino non può svenire alla guida, che subito spunta un gendarme con l’alcol test.

12 dicembre 2012
Trasferito a Néchin. Lo sento mio, questo paesino. In fondo è poco più piccolo della casa di Parigi.

13 dicembre 2012
Il Belgio mi sta stretto. Come quegli insopportabili maglioni a collo alto. Oggi sono stato nella casa nuova a tener d’occhio gli operai mentre ultimavano il trasloco. Lavorare è inaccettabile ma guardar lavorare gli altri forse è anche peggio. Non mi annoiavo tanto dai tempi di “tutte le mattine del mondo”. -A proposito- ho pensato -da qualche parte devo avere ancora la viola da gamba.- Mi sono messo a cercarla con l’intenzione di gettarla nel camino, e sono incappato nei miei vecchi diari. E’ così che il passato infingardo mi ha pugnalato alle spalle. Mai abbandonarsi ai ricordi! Ho pianto rileggendo il mio incontro con Carole, quando ci innamorammo perdutamente e fuggimmo per i tetti.

Ah, la vita! C’è un tempo per tutto. Mi capitasse oggi, con ogni probabilità il tetto non reggerebbe. 

3 gennaio 2013
Vladimir Putin mi ha regalato un passaporto russo, un mio amico dei servizi segreti lo ha esaminato e pare sia vero. C’est incroyable!

4 gennaio 2013
Che fare? Lo zar insiste. Non me la sento di contrariarlo. Prima di tutto perché è il leader di una grande potenza, e poi perché è l’unico leader di una grande potenza capace di uccidere a mani nude. Per sondare il terreno ci siamo sbronzati insieme. Vecchia spugna. Ha visto che davanti al bicchiere sono un osso duro. Ci siamo ammorbiditi, gli ho detto –sento che in me c’è già qualcosa di russo.- -senz’atro- ha detto lui – dev’essere il fegato.- Mi è simpatico, è uno che pensa in grande. Finendo la vodka ha detto che a Mosca mi dedicheranno un intero quartiere. Giura che, se mi trasferisco, mi farà costruire un borgognodotto. Farnetica? Non lo sopporto quando mi chiama Obelix. In ogni caso sono ancora dubbioso sul da farsi. Come posso fidarmi di un popolo che distilla le patate? E poi le cravatte! Mon Dieu.

6 gennaio 2013
Mi manca Parigi. La mia Parigi!!!. Non ho mai sopportato la malinconia. È una perdita di tempo, una cosa da poeti, smidollati, portoghesi. Malgré moi, devo riconoscere che il mio animo ha capitolato sotto l’assedio della tristezza. Putin mi ha detto di non buttarmi giù, che un suo amico in Italia ha trovato un rimedio infallibile contro lo spleen: mettersi in casa una quarantina di cocotte. È stato orribile. Di vino non capivano un cazzo. 

dFabrizio Casalino, classe ‘70, è cantautore, comico e scrittore. Esordisce nei Cavalli Marci, poi in tv a Bulldozer con il personaggio di Giginho, cantante brasiliano. Partecipa alle prime otto edizioni diColorado, incontra la Gialappa’s Band a Mai Dire Martedì e Mai Dire Grande Fratello dove inventa Mirko, prototipo dell’adolescente viziato e buono a nulla. È ospite di Glob dove interpreta il ministro Corrado Passera e il cardinale Angelo Bagnasco. Ha scritto il libro “Quattro salti in favela” (Mondadori)

Il Fatto Quotidiano, 14 gennaio 2013

(Foto Lapresse) 

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