Il “non mi inquieti altrimenti parlo e lo metto a terra” di Albertini è destinato a rimanere negli annali assieme al salga a bordo cazzo di De Falco ed all'”a sua insaputa di Scajola“. Sono le frasi/titolo che generano sussulti nell’opinione pubblica e meglio di altre considerazioni ci permettono di leggere la caduta verticale della politica di questa epoca. È vero che le vicende lombarde a partire dalla Minetti, proseguendo con l’uso dei fondi pubblici della Lega, hanno cominciato a far capire agli italiani sotto quale coltre spessa di fango è stata sommersa dai politici questa Regione. Tra uova kinder, grassi matrimoni lombardi a spese nostre, case e lauree varie, la Lombardia appare l’eldorado della corruzione e della sciatteria più di ogni altro luogo italiano. Con il balletto indecisionista della coppia di fatto (politicamente s’intende) Berlusconi/Maroni e la salita in campo del duetto Monti/Albertini, si consacra anche come la terra degli inciuci per eccellenza.

Albertini deve comunicare le sue inquietudini a tutti noi cittadini, perché non è sensato in un paese civile che un politico ricatti. E questo, mettetela come vi pare è  un ricatto mediatico. Stiamo parlando di due personalità politiche, Formigoni e Albertini, che hanno governato in Lombardia per decenni. E quella Regione non è avulsa dalle sorti generali dell’intero Paese. In questo modo Albertini ha innescato una bomba ad orologeria, che potrà avere effetti devastanti, prima o poi. Ne subiremo le conseguenze noi italiani impoveriti da una classe politica inefficace e che vuole renderci anche schiavi del proprio timing. Oggi ci sono solo due modi per disinnescare questo ordigno politico: il primo, a mio parere il più efficace, è quello che i lombardi votino in massa Ambrosoli e rigettino le vicende tra i due nella cronaca giudiziaria; il secondo è che Albertini, da quel gran signore che è, dica agli italiani cosa metterebbe a terra Formigoni, che già in verità non ci sembra stia ben saldo in piedi. L’unica cosa certa è che gli italiani non possono sopportare più bombe ad orologeria, ne hanno subite già troppe nel passato e sinceramente appaiono stufi di tutti questi “non detti” e messaggi che appartengono al rozzume arcaico del peggior politichese. Magari Albertini lo twitta, ma ci metta a parte delle sue inquietudini, perché questa campagna elettorale poco serena, ne riserverà già tante.

IL DISOBBEDIENTE

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