C’è attesa per la decisione dei vertici del Pdl, che devono sciogliere il nodo sul candidato alla presidenza della Regione Lazio. Se nei giorni scorsi erano circolati diversi nomi, da quello di Simonetta Matone a quello del senatore Stefano De Lillo che si era dichiarato disponibile, fino all’ipotesi di un appoggio al leader della Destra Francesco Storace, sembrerebbe ormai in pole position per sfidare il candidato del centrosinistra Nicola Zingaretti la deputata del Pdl Beatrice Lorenzin. Nome a fianco al quale continua a circolare quello dell’europarlamentare Roberta Angelilli.

Le possibili candidature delle due deputate sarebbero emerse durante le consultazioni nel partito a livello locale. Ora l’ultima parola passa ai vertici nazionali del Pdl. In queste ore proseguono i contatti e non è escluso che un’ufficializzazione del candidato Pdl alla Regione possa arrivare a breve. Lo stesso sindaco di Roma Gianni Alemanno si è mostrato oggi ottimista su una vicina soluzione: “Il Pdl presenterà nelle prossime ore una propria proposta per il candidato alla Regione Lazio e si confronterà con gli altri partiti che entreranno nella coalizione di centro-destra”, ha detto infatti il primo cittadino della Capitale. 

La Lorenzin conferma di essere in pole position: ”Ho avuto l’onore di essere interpellata come possibile candidato per il Lazio e vediamo un po cosa succede. Amo la mia città e la mia Regione quindi sono a disposizione. Dovessi essere io il candidato, credo che accettare questa sfida significherebbe ridare fiducia ai cittadini e fare del Lazio una Regione capace di fare da traino per lo sviluppo economico dell’Italia” dice a Tgcom24. La deputata gode del sostegno della maggioranza dei ‘big’ del partito in regione, che temono soprattutto l’avanzata di Storace nel Lazio, anche per la partita al Senato. L’ultima parola, tuttavia, spetta però ad Angelino Alfano e Silvio Berlusconi. Tra le questioni ancora aperte, pero’, ci sarebbero – spiegano fonti pidielline – anche le ‘richieste’ della candidata in pectore, tra cui la possibilità di essere contestualmente candidata in Parlamento. Opzione che troverebbe le resistenze del partito, contrario a doppie candidature (stesso scoglio che che si prospetta per Mariastella Gelmini, sempre più vicina ad affiancare Maroni alla corsa per il Pirellone). E mani libere sulla composizione della lista, per evitare rischi di presenze ‘scomode’ dopo il caso Fiorito. 

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