Oggi pomeriggio la Direzione nazionale del Pd cercherà di chiudere le liste dei candidati da presentare alle prossime politiche.

Un compito difficile, indubbiamente, che ha già mosso più di qualche mal di pancia lungo tutto lo stivale visto che il Segretario dovrà accogliere le istanze dei territori, che si sono espressi con le primarie per i parlamentari, e allo stesso tempo garantire nelle liste alcuni nomi illustri di persone provenienti dalla società civile che hanno dato la loro disponibilità a lavorare in Parlamento per ricostruire l’Italia.

Io sarei fiera di far parte di una squadra in cui sono pronti a dare il proprio contributo Piero Grasso, Rosaria Capacchione, Massimo Mucchetti, l’ex dg di Confindustria Giampaolo Galli e Giorgio Santini, numero due della Cisl.

Ritengo però che la Direzione debba rafforzare anche la componente ambientalista che oggi rischia di essere alquanto penalizzata. E su questo mi preme raccogliere le preoccupazioni del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza che auspica l’inclusione nelle liste di ambientalisti come Roberto Della Seta, che tentò di imporre all’Ilva regole più severe contro l’inquinamento, e Francesco Ferrante, seriamente impegnati sul fronte della Green Economy e della soluzione dei problemi del lavoro e dell’ambiente nel rispetto assoluto e incondizionato della legalità.

E proprio sul fronte delle liste pulite il nostro partito dovrà dar prova di essere determinato. Molti, purtroppo, i nomi dubbi usciti dalle primarie che, proprio per questo, Marco Travaglio ha stigmatizzato come Impresentarie. Nomi di personaggi quantomeno equivoci che, opportunamente, si sarebbero dovuti non presentare all’appuntamento con le urne del 30 dicembre e che ora dovranno necessariamente passare per la commissione di garanzia che, come promesso da Bersani, si riunirà prima di presentare formalmente le candidature.

Il panorama è molto frastagliato ma, dico io, il risultato sarà sempre migliore di quello di qualche anno fa quando a decidere le liste furono poche persone chiuse in una stanza. E mi ritengo fortunata come iscritta e militante di questo Pd perchè il 90% dei candidati sono frutto delle primarie e lo saranno anche i 3/4 degli eletti. L’importante è vincere le elezioni con buoni margini.

Credo che vadano riconosciute al nostro partito qualità indubbie: il coraggio di organizzare doppie primarie, prima per la scelta del premier, poi – nel pieno delle feste natalizie – per la scelta dei candidati in Parlamento. Chi l’avrebbe detto solo un anno fa?! Abbiamo realizzato una vera rivoluzione democratica e dovremmo tutti andarne fieri.

Altro che Buffonarie, come le ha definite Grillo. A Capodanno abbiamo portato alle urne un milione di elettori contro i suoi 20mila votanti virtuali. Questo significherà qualcosa sul piano della democrazia partecipativa, o no?!

Certo, chi il 30 dicembre invece di stare sulle piste da sci si è recato alle urne era molto motivato, accolgo pure la critica di chi afferma che nella maggior parte dei casi si trattava di elettori storici molto vicini al partito e all’organizzazione dei suoi circoli. Ma gli esiti della consultazione in certi casi sono stati sorprendenti. Moltissimi i volti nuovi che hanno scalzato anche ottimi parlamentari uscenti sostenuti a gran voce dagli apparati. Queste non sono prove tangibili di vera democrazia?

Anche la scelta di introdurre la doppia preferenza di genere ha prodotto esiti insperati: avremo probabilmente un’altissima media di giovani donne elette.

Tutto questo mi porta a pensare che se anche le nostre liste non saranno perfette sotto tanti punti di vista, saranno comunque il frutto di un lavoro collettivo unico in Italia che spero riporterà alle urne molti elettori che da tempo le disertano motivando questa scelta con l’antipatico refrain “tanto sono tutti uguali”!

Lo dico con orgoglio: come iscritta al Pd non mi sento per nulla uguale a un iscritto di Pdl o Lega costretto a inghiottire ancora una volta le decisioni prese dal padrone e dai suoi pochi commensali inginocchiati al suo cospetto nel castello di Arcore.

Mi tremano i polsi se considero con quanta veemenza Berlusconi si è candidato ancora una volta prima a premier e oggi, ancor peggio, al ministero dell’Economia! Manca solo che, come provocatoriamente suggerisce qualcuno, imponga Dell’Utri al ministero della Giustizia.

Vado a Roma pensando positivo, pensando che sarà una trattativa difficile ma che una trattativa esiste, c’è. Che la nostra è vera democrazia interna, che daremo all’Italia liste fatte di volti di persone per la maggior parte nuove, pulite e competenti.  

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