”Tra le tante cose che circolano impropriamente su Twitter è spuntato anche un fantomatico dialogo tra me e Berlusconi mai avvenuto, eppure accreditato come vero. Non è mio quel profilo, non è mio quel cinguettio demenziale. Non mi appartengono nè quei messaggi, nè quei giudizi”. L’irritazione di Gianni Letta trova sfogo su TgCom24, dove ha attaccato un suo falso profilo aperto sul sito di microblogging in cui, dice, twittava col Cavaliere. Ma davvero un finto Letta ha dialogato con Berlusconi? No, niente affatto. Primo: l’ex premier che non ha un profilo twitter. Secondo: Letta ha confuso un dialogo con l’utilizzo dell’hashtag #Berlusconi. Quindi, se lui non ha mai dialogato via twitter con B., non l’ha mai fatto neanche il suo fake.

Eppure lui è convinto: si tratta solo di “un falso ignobile e mortificante per chi lo ha fatto, per chi lo ha raccolto e per chi lo ha diffuso. Uno scherzo fortunatamente tanto grottesco da apparire incredibile all’evidenza. E’ una di quelle ‘tante cattiverie’ fraudolentemente affidate alla rete di cui parlava ieri Berlusconi a Tgcom24″, ha aggiunto. Inoltre “la perfida invenzione di qualche fantasia malata- aggiunge Letta – di cui saranno chiamati a rispondere in sede giudiziaria tutti coloro che hanno concorso a realizzarla e a diffonderla. Con la diffida a Twitter dal continuare nell’abuso, e l’invito a tutti gli altri mezzi a non attribuirmi frasi ed espressioni da me mai pronunciate”. Eppure sul profilo sotto accusa precisano dopo le dichiarazioni: “Questo account è stato creato per sostenere il pdl ma soprattutto un grande uomo come Gianni Letta!”.

Le parole di Letta fanno eco a quanto dichiarato dall’ex presidente del Consiglio. “La rete la sto già usando, ma non so se userò twitter perché noto molte cattiverie inutili e credo possano scatenarsi tante risposte negative”. Lui non userà il sito di microblogging ma il suo staff ha deciso di aprire il profilo @berlusconi2013 gestito da alcuni dei 2000 “volontari digitali” arruolati per la campagna elettorale. Qualche giorno fa la prima (brutta) gaffe: “Rai3 fa cagare”, hanno scritto.  Un account che, aperto il 6 dicembre scorso ha racimolato qualche centinaio di follower nei primi tempi per poi impennarsi a ridosso del 31 dicembre, schizzando da 7mila a quasi 70mila follower nel giro di sole 24 ore e che da ieri a oggi ne ha persi 10mila. Un aumento vertiginoso che ha alimentato il sospetto di follower falsi.  “Adesso c’è una polemica sul fatto che i follower siano scesi, semplice abbiamo eliminato quelli generati da bot rilassatevi please”, si giustificano. Anche se il tool online twitter audit tuttora conferma che i profili veri sono soltanto il 33%. Il Pdl è convinto di usare la Rete, anche se per loro, al momento, consiste nello schiacciare i bottoni di twitter e facebook e condividere i contenuti decisi dall’alto, come accade per il sito Nove anni di governo Berlusconi. L’alba digitale per il Pdl deve ancora arrivare. 

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