Il nostro primo giorno del 2013 è arrivato con l’ambulanza che portava Diletta in ospedale per una crisi epilettica. Una crisi che nessuno poteva presagire. Diletta non è epilettica ed ebbe un’altra crisi a tre anni, nel lontano 2001. Quindici minuti da incubo vero. Vado da lei per alzarla, vedo che trema a scatti, la giro pensando debba rimettere e invece gli occhi in su… dico alle due sorelline di andare di la mentre chiamo l’ambulanza.  La più grande riconosce la mia voce e va via, la piccola rimane imbambolata ad assistere alla scena. 

Portano via Diletta e poco dopo la sirena. Io con lei e le sorelle a casa a disperarsi, nonostante le rassicurazioni di mio marito e della nonna. 

Come sempre non c’è un perché sicuro: ogni esame è negativo. Ci fosse mai una volta che si fa qualcosa per avere una risposta certa. Poi mi dicono che sono reticente ai controlli! 
Dopo 6 ore eravamo a casa , e non voglio soffermarmi sul nostro stato d’animo perché non serve a niente. Voglio però dire che in tanta malasanità, malagiustizia e male globale … Abbiamo avuto la fortuna di incontrare, uno dopo l’latro, personale medico che mi ha lasciata senza parole. Sono stati eccezionalmente bravi sotto ogni punti di vista. Fin dal loro arrivo e fino alla visita neurologica.

Quest’anno ho scelto di non scrivere nulla per il Natale e di dedicarmi a fare qualcosa di concreto perché ho incontrato troppe necessità che non mi sono sentita di sorvolare. Il Natale poi è uno di quei momenti in cui si resta soli, e mentre tutti festeggiano c’è chi vive un disagio e viene messo all’angolo. Per quanto riguarda noi un cambiamento di cooperativa che fornisce l’assistenza domiciliare. Esigenze cambiate e migliorate di Diletta.

Migliorate? Sono 72 ore che mi chiedo se la crisi può essere collegata come accadde nel 2001 ad un progresso ‘importante’. All’epoca iniziò a parlare alcuni giorni prima …chissà!

E’ il mio testardo e illuso ottimismo che mi fa vedere rosa anche il nero? Eppure io credo troppo in mia figlia. Credo molto in tutte e tre loro come ogni madre immagino.
La loro reazione alla crisi di Diletta e in generale ogni loro affermazione rispetto gli altri che vedono in situazione di maggiore fragilità, mi dimostra come potrebbe essere migliore il mondo se tutti noi ci impegnassimo un po’ di più ad insegnare ai nostri figli che la gioia è dentro di noi e può esistere a prescindere dalle apparenze.

Il valore della vita e del rispetto che essa merita, la prova sostanziale che un disagio qualsiasi può toccare chiunque e che serve al sig. Chiunque per trovare Noi (tutti noi) e a noi (tutti noi) per conoscere la magia del sig. Chiunque.

Magia di ogni essere umano che non ha davvero niente da spartire con l’effimero che vogliono farci respirare. Buon Anno a tutti , da tutte noi. Un buon Anno che porti coraggio.   

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