La crisi economica si trasforma in dramma sociale. Con il rischio che gli scontri visti in Grecia diventino una realtà diffusa in tutta Europa. Italia inclusa. Così la Croce rossa si prepara ad affrontare il peggio. «Dobbiamo abituarci ad un aumento della violenza anche da noi. L’Europa non è al riparo da situazioni difficili e potrebbe assistere a manifestazioni che sfociano in violenza come nel caso di Londra e Atene nel 2012 -confida al giornale danese Politiken Yves Daccord, direttore generale del Comitato internazionale di Croce rossa – Per noi la situazione di tensioni sociali europee rappresenta una nuova sfida che non ha pari nel passato dell’organizzazione. Ma siamo pronti attraverso le società nazionali ad adattare la nostra strategia ai bisogni della popolazione – aggiunge – Per la prima volta stiamo assistendo a un incremento della pressione fra gli europei. Con un numero crescente di persone che diventano realmente povere. Senza contare che diversi Stati europei stanno tagliando le spese nel welfare per via della crisi economica».

Riduzioni di spesa nel sociale che avvengono nel momento in cui la disoccupazione aumenta mettendo in difficoltà milioni di famiglie: secondo gli ultimi dati Eurostat dell’ottobre scorso, la disoccupazione nell’area euro ha raggiunto il livello record dell’11,7% per un totale di 18,703 milioni di senza lavoro. La situazione è delicata in Grecia (con un tasso di disoccupazione al 25,4%) e in Spagna (al 26,2%), ma preoccupante anche in Italia (oggi all’11,6%) soprattutto in vista dell’aumento dei senza lavoro atteso nella prima parte del 2013 e della scarsezza di risorse destinate a finanziare gli ammortizzatori sociali.

Già oggi, il Comitato internazionale di Croce rossa sostiene in Spagna almeno 300mila persone «estremamente vulnerabili» e aiuta milioni di persone che non riescono a sbarcare il lunario. In Grecia l’Organizzazione si prepara ad affrontare persino l’ipotesi di una bancarotta che avrebbe effetti sociali devastanti ben più violenti delle immagini finora viste in televisione. Del resto Eurostat riferisce che ci sono 120 milioni di cittadini europei che vivono sotto il livello di povertà. Hanno cioé un reddito inferiore al 60% del livello medio del proprio Paese. Per l’Italia, se si considera il dato Irpef 2011 con un reddito medio annuo da 19250 euro lordi per contribuente, si tratta di persone che, tredicesima inclusa, intascano meno di 888 euro lordi mensili.

Una situazione insostenibile e destinata a deteriorarsi ulteriormente come prevedono anche a Bruxelles dove la Commissione europea ha stanziato 18,6 miliardi in un fondo destinato ai poveri d’Europa. «Il Sud dell’Europa potrebbe sperimentare una sorta di violenza simile a quella delle Primavere arabe – riprende in conclusione Daccord – L’aumento dei prezzi dei beni alimentari, la sfiducia nei governi e la richiesta di maggiore libertà saranno fattori che contribuiranno alle rivolte». Una profezia che in parte è già realtà con le proteste greche, ma anche con le manifestazioni del 15 ottobre 2011 a Roma e del 14 novembre scorso indetta dalla Confederazione europea dei sindacati contro austerità e tagli. Soprattutto quelli indiscriminati contro il welfare. Croce Rossa inclusa.

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