Le mostre archeologiche sono spesso mostre affascinanti. Ma anche difficili. Devono contemplare la necessaria riflessione su uno spazio temporale e la presentazione dei risultati delle ricerche ad un pubblico più vasto. Cercando di riuscire a rispondere ad esigenze diverse. A quesiti differenti. Sforzandosi di coniugare studi e comunicazione delle conoscenze. Senza contare il problema dei prestiti delle opere d’arte. Problema sul quale il dibattito è assai vitale.

La mostra “Costantino 313 d. C. l’editto di Milano e il tempo della tolleranza”, aperta a Palazzo Reale di Milano fino al 17 marzo 2013, ha il pregio di rispondere in maniera più che esauriente alle richieste di ogni tipo di visitatore. Offrendosi in maniera imperiosa. Rispondendo pienamente alle aspettative. Riuscendo in sostanza a soddisfare Tutti. Nelle sei sezioni nelle quali si articola sono esposte molte novità. A partire dalle due repliche, dai Musei Capitolini e dagli Uffizi, della statua-ritratto di Elena seduta. Ma la grande mostra celebra, oltre che Costantino, Milano, la Mediolanum sede imperiale d’Occidente nel 286 d. C. La città che le più recenti indagini archeologiche fanno conoscere con maggiore precisione. Sia per quanto riguarda la sua fisionomia per così dire immobiliare che per quel che concerne la cultura materiale.

Gli scavi per la realizzazione di un parcheggio interrato, in piazza Meda, in pieno centro, a breve distanza dal “quadrilatero della moda” hanno rivelato testimonianze di estremo interesse. Due belle strade basolate che s’incrociano. Una di esse fiancheggiata da un portico che ha la parete interna affrescata e con una scritta. Probabilmente l’insegna di una bottega, del tipo di quelle ampiamente attestate a Pompei. I resti di un quartiere realizzato dopo che Massimiano s’insediò a Milano nel 286 d. C. e decise di costruire delle nuove mura. Che ampliarono la superficie occupata dalla città e la dotarono di un quartiere per ricchi e di nuovi edifici termali.

Una città, Milano, fin dagli inizi e poi sempre durante tutta l’antichità, “forte” della sua posizione strategica. Prima come base per gli eserciti che superavano le Alpi per conquistare il Nord. Poi, fulcro dei commerci dall’Occidente fino all’estremo Oriente. Infine, ancora base militare, per contrastare i barbari invasori. Un centro urbano la cui magnificenza è testimoniata dal grande teatro di età augustea e dall’anfiteatro di età flavia. Entrambi di dimensioni ragguardevoli. Con il primo che superava in altezza le vicine mura urbane e l’altro terzo in Italia per grandezza, dopo il Colosseo e quello di Capua.

Alla conoscenza della topografia, come accade negli analoghi casi nei quali il centro antico insista al di sotto di quello moderno, un ausilio insostituibile è stato fornito dalla realizzazione di alcune indagini. Come quelle appunto di Piazza Meda. O quelle in via Gorani. Dove, gli scavi a cura della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, hanno permesso di rinvenire ampi resti di costruzioni grandiose. Un cortile interno porticato sul quale si affacciavano ampie stanze. Intorno alle quali erano sale absidate per le cerimonie pubbliche. Scavi che hanno consentito di collegare tra loro molti dei ritrovamenti precedenti. Di riassemblare le tessere di un puzzle dal disegno fin’ora perlopiù ignoto. Quello del Palatium. Il palazzo location di molti dei fatti più significativi della storia dell’impero. Luogo d’incontro di Massimiano e Diocleziano. Ma anche luogo nel quale Massimiano abdicò. Oltre che luogo nel quale si festeggiarono le nozze di Licinio con Costanza, sorellastra di Costantino. L’immenso complesso, simile al palazzo imperiale di Costantinopoli, una sorta di città nella città. Della quale fino agli scavi di via Gorani era nota la localizzazione ma non l’articolazione planimetrica. Tanto è vero che nel plastico della città antica al Museo archeologico cittadino, l’area occupata dal Palazzo era rappresentata da un generico vuoto. Che finalmente, ora potrà essere colmato.

Strutture importanti portate alla luce, messe in relazione tra loro. Creando degli allineamenti ai quali gli orientamenti degli isolati danno un senso compiuto. Ma anche oggetti mobili. Testimonianze degli “arredamenti”. Come la testa di marmo della fine del III secolo, scoperta in una discarica antica. Esempio prezioso della ritrattistica del periodo.

Milano continua a svelarsi. Permettendo agli studiosi di ricostruirne le forme degli edifici. Le abitudini e i costumi dei suoi abitanti. La città dei grattacieli e della finanza si offre come un esempio.

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