Il riscaldamento globale pesa sull’Antartide e mette a rischio soprattutto i ghiacci della zona occidentale del continente bianco. In quest’area, infatti, i ghiacciai si stanno sciogliendo con un ritmo doppio di quanto si pensasse, come indica la nuova interpretazione dei dati raccolti a partire dal 1958, pubblicata sulla rivista Nature Geoscience.

Lo studio, realizzato da un gruppo di ricercatori statunitense coordinato dall’Università dell’Ohio, evidenzia nella regione un aumento medio delle temperature di 2,4 gradi in 52 anni: il triplo di quanto avviene ne resto del globo, e la possibile perdita di un ‘tappo’ naturale per i ghiacciai interni. I dati si riferiscono al complesso di ghiacciai chiamato Wais (West Antartic Ice Sheet), che rappresenta circa il 10% dei ghiacci del Polo Sud. “Questa è una delle regioni della Terra dove stanno avvenendo i più rapidi cambiamenti ed è nello stesso tempo anche una delle meno conosciute”, ha spiegato David Bromwich, uno dei responsabili dello studio.

Per monitorare i cambiamenti avvenuti in quest’area è in funzione dal 1958 una stazione meteo automatizzata chiamata Byrd, a centinaia di chilometri nell’entroterra antartico e al centro del Wais. Le proibitive condizioni del luogo hanno però provocato frequenti blackout e danni alla base, incidenti che hanno inficiato buona parte dei dati raccolti dagli strumenti. La nuova ricerca ha permesso per la prima volta di colmare le lacune e di ricostruire l’andamento delle temperature registrate nella zona in questi 52 anni. I nuovi dati mostrano un quadro piuttosto allarmante, in quanto evidenziano un aumento medio delle temperature di 2,4 gradi. Secondo Bromwich “il continuo riscaldamento nei mesi estivi potrebbe sconvolgere l’equilibrio dell’intera regione a contribuire in maniera ancora più significativa finora all’innalzamento dei mari”.

Per un altro autore dello studio, Andrew Monaghan, “anche senza generare direttamente una significativa perdita di massa, la fusione superficiale del Wais potrebbe contribuire all’innalzamento del livello del mare in maniera indiretta, indebolendo le ‘barriere’ di ghiaccio che frenano il flusso di acqua che si riversa in mare”. Un cedimento di questo tipo si è già verificato in un’altra zona dell’Antartide, ma “se un evento simile si verificasse a una piattaforma di ghiaccio che trattiene gli enormi ghiacciai del Wais – in questo caso, ha rilevato l’esperto – la posta in gioco sarebbe molto più alta”.

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