La festa gliel’aveva già fatta il sindaco Delbono. Nel 2009 la Casa del Nettuno, la struttura ‘visitabile’ che coprì momentaneamente il gigante del Giambologna durante il restauro del 1989, inventata e costruita da Mario Ceroli, è stata distrutta dal Comune di Bologna dopo essere stata lasciata per anni in un deposito della zona industriale. Il Comune, dopo che Ceroli gli fece causa, offrì un risarcimento di 30 mila euro e l’impegno che entro il dicembre 2012 la Gam di Bologna avrebbe organizzato una retrospettiva dell’artista.

Ecco che dal 21 dicembre e fino al 1 aprile 2013 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna presenta la mostra “Faccia a Faccia “ di Mario Ceroli, rendendo omaggio allo scultore di fama internazionale, protagonista di primo piano di quella nuova generazione di autori che a partire dai primi anni Sessanta ha avviato sulla scena italiana una stagione irripetibile di rinnovamento negli indirizzi del linguaggio artistico.

Mostra riparatrice, dicono i maligni. “Si sarebbe fatta comunque”, ha assicura il direttore del Mambo, Gianfranco Maraniello, “il Mambo rivendica la propria autonomia nella programmazione”. Certo è che Ceroli, contattato dall’allora assessore alla cultura, il socialista Nicola Sinisi, che volle rendere il restauro del Nettuno un evento, non ha mai ricevuto grande rispetto perlomeno artistico.

Abruzzese d’origine e romano d’adozione, docente di scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna, Ceroli ha sempre lavorato a stretto contatto con la materia viva: legno, ferro, vetro, terre colorate, stoffe, cenere. Ha aderito alla Pop Art e all’Arte Povera inseguendo sempre una personale cifra stilistica. L’ampia rassegna antologica che il Mambo gli dedica, è composta da 47 opere e ripercorre la sua intera vicenda creativa, comprendendo alcune delle più celebri installazioni ambientali di grandi dimensioni, oltre a nuovi lavori presentati appositamente in questa occasione.

Ceroli ha pensato la mostra come un unico progetto, scultoreo e architettonico al contempo, facendolo diventare un solo corpo in cui attraverso un attento gioco di rimandi e connessioni le opere costituiscono la versione “esplosa” di uno spazio inventato dall’artista: nel percorso espositivo i lavori storici dialogano e si confrontano dialetticamente con i più recenti sfuggendo a criteri cronologici e storiografici.

Il titolo “faccia a faccia”, infine, fa riferimento al confronto tra l’umano e il divino che proprio il grande salone centrale del MAMbo, così simile a una cattedrale, ha ispirato. Le opere realizzate, tra l’altro, a partire dalla fine degli anni Sessanta scandiscono una progressiva estensione spaziale dell’artista con una forte tensione scenografica e teatrale, segnando l’inizio di un fertile impegno in un ambito di attività che lo porta ad affermarsi tra i più originali autori nella storia della scenografia italiana contemporanea per il teatro di prosa e musicale, collaborando – tra gli altri – con Pier Paolo Pasolini e Luca Ronconi.

La mostra è visitabile anche il giorno di Capodanno. Per informazioni 0516496611

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